Milano / Malpensa
Impresa Schiavone: è semifinale
- 01/06/2011 - 12:21
- Fuori campo
Anche l’evoluzione sportiva, un po’ come succede per gli eventi politici e sociali, procede a volte per discontinuità, fatta di grandi risultati ravvicinati – che col procedere sembrano essere sempre più sbiaditi perché dati per scontati, secondo quella logica per cui all’abitudine non si finisce mai di pretendere – e di bui periodi di stallo. Ciò che è successo poche ore fa sul Susanne Lenglen a Parigi ha dell’impresa. Non tanto perché Francesca Schiavone non abbia le qualità per emergere in un circuito femminile sottotono, che fatica a trovare le sue stelle – nascenti o calanti – ma soprattutto per la prova mediocre al recente WTA di Roma, dove Samanta Stosur – la giocatrice australiana che Francesca ha battuto in finale lo scorso anno proprio sul rosso di Parigi – l’ha eliminata nettamente nella partita dei quarti di finale. Ma ora il vento è cambiato, come si usa ripetere in questi giorni. O, meglio, è tornato a soffiare dalla parte “giusta”, ossia quella favorevole a chi si abbandona a un po’ di sciovinismo sportivo. Prova ne è il trionfo ai quarti contro la giovanissima russa Anastasia Pavlyuchenkova (19 anni), battuta in un match durissimo in tre set 1-6, 7-5 e 7-5, risolto sul filo di lana dopo uno svantaggio di un set e di un break. Francesca faticava a limitare gli errori e contenere la spinta e la profondità dei colpi della russa, che non sembrava affatto soffrire più di tanto lo slice di rovescio dell’italiana. Avanti 5-1 nel terzo, la Schiavone concede un’incredibile recupero fino al 5 pari. La Pavlyuchenkova cede il servizio e, dopo aver salvato tre match point sul 6-5, offre la vittoria alla giocatrice più matura – in ogni senso – benché poco avvezza a gestire i piani alti di un torneo del Grande Slam. Fatta salva l’impresa del 201o, non succedeva da 56 anni che una tennista italiana arrivasse in semifinale al Roland Garros (nel 1954 Silvia Lazzarino fu battuta dalla grande Maureen Connolly, la prima tennista a ottenere il Grande Slam). Per la Schiavone la partita è peraltro tutta aperta: non spaventa certo la francese Marion Bartoli, testa di serie numero 11 approdata per la prima volta ai quarti – e poi in semifinale – in un torneo Slam. Confidiamo nella tenuta della motivazione. Record da superare – almeno rispetto alle italiane che l’hanno preceduta – non ce ne sono. La sfida è solo con sé stessa. E la doppietta è senza dubbio a portata di mano.
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