Milano / Malpensa
La 'Candelora': perchè si benedicono le candele?
- 01/02/2024 - 16:17
- Cultura
In molti conoscono la festa liturgica della Candelora, che si celebra il due febbraio di ogni anno. La tradizione ha come protagoniste, come suggerisce anche il nome della ricorrenza, le candele, che vengono benedette e portate nelle case dei fedeli. La liturgia esatta è quella della Presentazione di Gesù al tempio: secondo la legge mosaica ogni bambino andava offerto a Dio al tempio di Gerusalemme entro i quaranta giorni della sua nascita, e infatti ancora oggi la Candelora di celebra a quaranta giorni dal Natale.
Giuseppe e Maria quindi portarono Gesù al Tempio: lì l’anziano Simeone riconobbe il piccolo come il Messia, consegnandoci le parole che ancora oggi si recitano nella Compieta: “Ora lascia, o Signore, che il tuo servo / vada in pace secondo la tua parola; / perché i miei occhi han visto la tua salvezza, / preparata da te davanti a tutti i popoli, / luce per illuminare le genti / e gloria del tuo popolo Israele” (Lc, 2, 29-32).
“Luce per illuminare le genti”: è proprio questo il passo che sta alla base del rito delle candele, che di fatto rappresentano la luce di Cristo, salvezza per il popolo di Dio. La tradizione del gesto in sé è però più antica: come tanti tratti della cultura cristiana, anche la Candelora si innesta su alcune caratteristiche della cultura pagana precedente. In questo caso, la tradizione delle candele ricorda i riti romani dei Lupercalia, ovvero delle celebrazioni offerte a Fauno Luperco, il dio protettore delle greggi e delle mandrie, perché proteggesse i capi di bestiame per la stagione. Riti che appunto prevedevano l’utilizzo di fiaccole votive: le prime popolazioni cristiane dunque vollero innestare sulla tradizione pagana la nuova ritualità cristiana, ovvero portare la luce di Cristo vittorioso sopra gli dei pagani.
La tradizione è viva ancora oggi, e si lega a stretto giro con quella di san Biagio, ricorrenza in cui sono proprio le candele del santo a benedire le gole dei fedeli.
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