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domenica 24 novembre 2024 | ore 14:43

Preoccupano i cambiamenti climatici

Oltre due lombardi su tre si dicono preoccupati per i cambiamenti climatici. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti regionale su dati Istat in occasione della giornata mondiale dell'Onu per la lotta a desertificazione e siccità del 17 giugno.
Attualità - Cambiamenti climatici (Foto internet)

Oltre due lombardi su tre si dicono preoccupati per i cambiamenti climatici. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti regionale su dati Istat in occasione della giornata mondiale dell'Onu per la lotta a desertificazione e siccità del 17 giugno.

Un appuntamento che – sottolinea la Coldiretti Lombardia - cade in una situazione drammatica per il Belpaese con il livello idrometrico del fiume Po al Ponte della Becca che è sceso a -3,7 metri su livelli più bassi da almeno 70 anni. Dal monitoraggio della Coldiretti si evidenzia che è in sofferenza anche il lago Maggiore con un grado di riempimento del 22,7% così come quello di Como al 30,6%. Nel bacino padano per la mancanza di acqua – precisa la Coldiretti – è minacciata oltre il 30% della produzione agricola nazionale e la metà dell’allevamento che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo.

In Lombardia in sei mesi si sono accumulati solo 206 millimetri di precipitazioni, ben il 59% in meno rispetto alla media 2006/2020, mentre le temperature hanno registrato a maggio valori superiori alla media di 1-3 gradi, con punte fino a +3/+5 gradi sull’area milanese secondo un’analisi Coldiretti su dati Arpa Lombardia. In questo scenario – continua la Coldiretti regionale – preoccupa la riduzione delle rese di produzione delle coltivazioni dall’orzo al frumento, dai foraggi al mais.

La situazione è però difficile lungo tutta la Penisola con la siccità – sostiene la Coldiretti – che è diventata la calamità più rilevante per l’agricoltura italiana con danni stimati quest’anno pari a circa 2 miliardi di euro per effetto del calo dei raccolti che hanno bisogno dell’acqua per crescere. Con il picco del caldo da bollino arancione in molte città italiane e la carenza idrica – continua la Coldiretti – rischia di aumentare la dipendenza nazionale dall’estero da dove arriva il 64% del grano tenero che serve per pane, biscotti, dolci, il 47% del mais per l’alimentazione delle stalle, il 44% del grano duro per la pasta e il 27% dell’orzo, secondo la Coldiretti.

“In questo scenario di profonda crisi idrica, bisogna agire mettendo in pratica tutto quello che si può fare ora – commenta Paolo Carra, vicepresidente di Coldiretti Lombardia – E’ necessario definire le priorità di uso delle risorse idriche ad oggi disponibili, dando precedenza al settore agricolo per garantire la disponibilità di cibo, prevedere uno stanziamento di risorse finanziarie adeguate per indennizzare le imprese agricole per i danni subiti a causa della siccità e favorire interventi infrastrutturali di medio-lungo periodo volti ad aumentare la capacità di accumulo dell’acqua e della successiva ottimizzazione nella gestione”.

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