Milano / Malpensa
Siccità: "Bene coinvolgimento gestori dighe"
- 08/06/2022 - 08:19
- Energia & Ambiente
- Milano
In un 2022 che finora ha registrato precipitazioni praticamente dimezzate è importante che, oltre alle deroghe temporanee agli obblighi del deflusso minimo vitale, venga rilasciata anche l’acqua dagli invasi montani indipendentemente dalle dinamiche della produzione di energia. È quanto afferma la Coldiretti Lombardia nel commentare positivamente l’annuncio dell’assessore regionale a Enti locali, Montagna e Risorse energetiche sulla disponibilità dei principali referenti delle società idroelettriche operanti in Lombardia a sostenere le portate dei fiumi lombardi.
“Ringraziamo l’assessore regionale – afferma Paolo Carra, vicepresidente Coldiretti Lombardia – per aver condiviso e fatta propria la richiesta che gli abbiamo sottoposto in un incontro che abbiamo avuto nelle scorse ore. Nelle nostre campagne è emergenza siccità: manca l’acqua per irrigare le coltivazioni dal mais alla soia, dal riso agli altri cereali e foraggi per gli animali fino a frutta e verdura. Diversi agricoltori hanno già deciso di non seminare i secondi raccolti proprio per la scarsità idrica. Se vogliamo tentare di salvare almeno quello che è già in campo, vanno attuati subito interventi immediati come il rilascio dell’acqua dagli invasi montani. E bisogna farlo ora”.
Senza acqua – continua la Coldiretti Lombardia – non è possibile garantire la produzione di cibo Made in Italy sulle tavole dei cittadini in un momento peraltro difficile a causa della guerra in Ucraina e dei forti rincari nel carrello della spesa con aumenti di prezzi degli alimentari che hanno raggiunto a maggio il +7,1%.
La siccità – spiega la Coldiretti Lombardia – è diventata la calamità più rilevante per l’agricoltura italiana con danni stimati in un miliardo di euro all’anno a livello nazionale, per effetto del calo dei raccolti che hanno bisogno dell’acqua per crescere. Ad essere colpito dalla siccità è l’intero territorio nazionale ma particolarmente grave è la situazione nella pianura padana dove per la mancanza di acqua – conclude la Coldiretti – è minacciata oltre il 30% della produzione agricola nazionale e la metà dell’allevamento che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo.
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