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sabato 23 novembre 2024 | ore 19:23

Afghanistan: "Continua oppressione talebana"

“Come avevamo denunciato il ritorno dei talebani ha riportato l’oppressione nei confronti di donne e ragazze. Ancora oggi, nonostante le garanzie che con l’inizio del nuovo semestre le ragazze avrebbero potuto tornare a scuola, i talebani di fatto ne vietano l’ingresso”. Così scrive in una nota Laura Scalfi, membro della Direzione Nazionale di Azione con delega alla scuola.
Sociale - Bambini in Afghanistan (foto Unicef)

“Come avevamo denunciato il ritorno dei talebani ha riportato l’oppressione nei confronti di donne e ragazze. Ancora oggi, nonostante le garanzie che con l’inizio del nuovo semestre le ragazze avrebbero potuto tornare a scuola, i talebani di fatto ne vietano l’ingresso”. Così scrive in una nota Laura Scalfi, membro della Direzione Nazionale di Azione con delega alla scuola, commentando il ripensamento da parte dei talebani sulla riapertura delle scuole alle ragazze. “Continuiamo ad assistere alla negazione dei diritti di queste bambine che, oltre a vedersi rubato il diritto universale all'istruzione ( a cui si unisce anche il divieto di fare sport e ascoltare musica), sono costrette fino alla pubertà a dover rinnegare la propria identità, fingendosi maschi. Questo solo per poter godere di qualche attimo di vita e libertà.” Continua Scalfi “bisogna raccontare le storie di queste giovani donne e mostrare a tutti la forza che mettono in campo per ribellarsi ogni giorno al regime talebano e alle sue atrocità, che includo l’impossibilità di manifestare non solo il proprio pensiero ma anche la propria stessa identità. E’ a questo punto sempre più evidente -conclude- la necessità di un intervento forte, strutturato e di ferma opposizione dell’Occidente alle politiche talebane contro le donne per cercare quanto meno di evitare di continuare ad assistere inermi all’oppressione talebana, sistematica e brutale, in tutti gli aspetti della vita. L'atroce conflitto che si sta consumando in Ucraina non ci deve far dimenticare il destino di queste bambine. La comunità internazionale deve dimostrare di saper pensare anche a loro".

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