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"Non vogliamo vedere i nostri progetti distrutti"

“L’ultimo dei pensieri è quello di vedere i nostri progetti annientati da una bomba”. Lo ha detto Damiano Rizzi, presidente della Fondazione Soleterre e psicologo clinico oncologico all’Irccs San Matteo di Pavia.
Attualità - Soleterre (Foto internet)

“L’ultimo dei pensieri è quello di vedere i nostri progetti annientati da una bomba”. Lo ha detto Damiano Rizzi, presidente della Fondazione Soleterre e psicologo clinico oncologico all’Irccs San Matteo di Pavia.

Da giorni la ONG Soleterre, in stretta collaborazione con il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e Areu, è attiva per coordinare il trasferimento di piccoli malati oncologici dall’Ucraina agli ospedali lombardi.

“I pazienti oncologici che stiamo seguendo – ha spiegato Damiano Rizzi – hanno già subito dei traumi per il solo fatto di conosciuto la diagnosi di malattia. Inoltre, hanno dovuto affrontare le cure in un contesto di guerra in scantinati e con lunghi viaggi”. “Per fortuna – ha proseguito – con Regione Lombardia e Areu siamo riusciti a trasferire complessivamente già 18 pazienti che negli ospedali lombardi. Il loro pensiero, soprattutto quello degli adolescenti, è rivolto ai fratelli e ai familiari rimasti a Kiev e la loro preoccupazione è tanta. Quello che stiamo affrontando è un lavoro difficile, anche perché le mamme sono traumatizzate e i papà in Ucraina”.

Un pensiero particolare è stato rivolto ad Artem, il bimbo di 3 anni, atterrato a Milano-Linate martedì scorso con un volo speciale organizzato con Regione Lombardia e Areu: “Il piccolo – ha spiegato Rizzi a Lombardia Notizie Online – ha giocato per tutto il volo. Un bambino pieno di energia. La mamma gli ha raccontato che saremmo andati al mare. La mia prima riflessione, da psicologo, è stata quella di considerare un errore dire una bugia a un bambino ma, in questo caso, la abbiamo letta come una grande capacità della mamma, nonostante i dieci giorni vissuti sotto le bombe, di immaginare qualcosa di bello per suo figlio”. “Quel mare – ha concluso il presidente di Soleterre – può essere tante cose: anche un mare d’amore pronto ad accogliere questo bambino. Perché tutti coloro che si stanno impegnando in questa missione, a partire dalla Regione Lombardia e Areu, lo stanno facendo con uno spirito sincero e umano. Lo spirito di aiutare chi ha bisogno, senza porsi troppe domande e dicendo ‘io ci sono e tutto quello che posso fare, lo faccio'”.

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