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martedì 26 novembre 2024 | ore 05:20

Il robot ha fatto 100

100 interventi effettuati da ottobre: questo è il grande risultato del professor Paolo Pietro Bianchi e della sua équipe presso l’ospedale San Paolo con il robot 'Da Vinci'.
Salute - Intervento chirurgico

100 interventi effettuati da ottobre 2020 ad oggi: questo è il grande risultato del professor Paolo Pietro Bianchi e della sua équipe presso l’ospedale San Paolo di Milano grazie all’utilizzo del robot 'Da Vinci' per gli interventi chirurgici complessi, prevalentemente oncologici. A festeggiare il 100esimo intervento effettuato con l’ausilio del robot a 4 bracci, oltre a tutto il team della sala operatoria erano presenti anche il dottor Fabian Gerstenhaber, chirurgo israeliano del Tel-Aviv Sourasky Medical Center, e il professor Francesco Serra, ricercatore del Policlinico di Modena, ospiti da qualche giorno presso la Chirurgia dell’ospedale San Paolo proprio per apprendere le tecniche di chirurgia mini-invasiva robotica del prof. Bianchi, pioniere in Italia della chirurgia robotica. “Il paziente numero 100 è stata una donna di 75 anni con un tumore del retto, sottoposta ad una resezione anteriore del retto. L'intervento di asportazione del retto è una delle indicazioni migliori all'impiego della piattaforma robotica, poiché il robot consente di operare con altissima precisione in una regione anatomica ristretta quale la pelvi - ha dichiarato il prof. Bianchi - Inoltre la visione magnificata offerta del sistema ad alta definizione e 3D permette al chirurgo di vedere e risparmiare le delicate strutture nervose che circondano il retto ed innervano strutture sensibili quali gli organi genitali ed urinari”. Ridurre il trauma chirurgico operando in modo sempre più mirato e preciso è parte di una cura ideale. Durante questi sette mesi la chirurgia mini-invasiva robotica dell’ospedale San Paolo ha sottoposto ad intervento pazienti con varie patologie particolarmente complesse come l’asportazione di tutto lo stomaco, interventi sul colon e sul retto, resezioni del fegato, del pancreas, ma anche interventi per patologie benigne come calcolosi della via biliare e patologie complesse della parete addominale. Da fine settembre 2020 l’ospedale San Paolo è sede della scuola di formazione in Chirurgia Robotica del Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università degli Studi di Milano, attualmente in corso con 7 specializzandi. “La crescita tecnologica della nostra ASST con strumentazioni sempre più moderne e all’avanguardia ha favorito l’arrivo di validi professionisti e l’ampliamento dell’offerta sanitaria pubblica ai cittadini – dichiara il dottor Matteo Stocco, direttore generale dell’Asst Santi Paolo e Carlo - La tecnologia, associata all’expertise dello specialista, permette di offrire una chance terapeutica importante a pazienti che fino a ieri potevano contare solo su cure farmacologiche o su interventi eseguiti in momenti differenti”. La possibilità di ridurre l’invasività della chirurgia, mantenendo una corretta radicalità oncologica, consente di proseguire l’attività chirurgica per i pazienti con malattie tumorali in maggior sicurezza. Poter asportare un tumore del colon e del retto senza dover “aprire” l’addome riduce inevitabilmente i rischi di complicanze e di infezioni, comporta un minor sanguinamento ed una consequenziale ridotta necessità di trasfusioni. L’intervento con il robot riduce al minimo gli effetti collaterali della chirurgia tradizionale a parità di efficacia oncologica: meno dolore post-operatorio e rischio di infezioni, breve degenza in ospedale e ripresa più rapida delle funzionalità fisiologiche. La chirurgia robotica consente di eseguire interventi mini-invasivi complessi anche in pazienti critici per età o per situazione clinica generale. Questa chirurgia all’avanguardia permette una visione tridimensionale e ingrandita del campo operatorio, consentendone un controllo completo: il chirurgo ha una visione analoga a quella che si ottiene con la realtà virtuale, elimina il tremore fisiologico delle mani o movimenti involontari, permette di fare dei movimenti rotatori superiori a quelli delle capacità normali, come per esempio la rotazione a 360°, gli consente di operare in modo ambidestro e in spazi molto ristretti, rende possibile la collaborazione con un altro chirurgo durante l’intervento grazie alla seconda console.

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