Milano / Malpensa
Francesca Piccinini ai saluti
- 16/04/2021 - 09:22
- Busto Arsizio
- Novara
- Sport
La palla che rimbalza, una schiacciata, un bagher, un muro e poi quel carisma e quella grinta che hanno fatto la storia. O meglio, lei è storia e sempre lo sarà. La 'regina' che saluta, perchè a 42 anni Francesca Piccinini, stavolta sì ha deciso davvero di appendere le ginocchiere al chiodo. L'idolo e il simbolo di una pallavolo capace di scrivere pagine e pagine di sport, insomma, pronta a lasciare definitivamente il campo e a cominciare una nuova vita da fuori, chissà magari sempre nel mondo del volley e con un altro ruolo. "Non ci ho dormito la notte, ci ho pensato e ripensato - ha dichiarato la stessa giocatrice - E' difficile staccarsi da ciò che ho fatto per quasi 30 anni e sognavo da quando ne avevo 8. Mi fa fatica anche dirlo. Adesso cercherò di capire...". Ma, intanto, una cosa è sicura, che d'ora in avanti sotto rete mancherà una delle più grandi atlete a livello italiano e internazionale. Nata a Massa nel 1979, infatti, Francesca nella sua lunga carriera è stata un vero e proprio mix di impegno, passione, determinazione, lavoro e tanti, tantissimi successi che sono arrivati uno dopo l'altro. Cinque scudetti, quattro Coppe Italia, 7 Champions League, lo storico oro mondiale con la nazionale (a Berlino nel 2002) e quattro podi europei, oltre alle 503 gare in Azzurro (seconda di tutti i tempi dietro ad Eleonora Lo Bianco): traguardi che, alla fine, parlano da soli e che raccontano la straordinarietà di una campionessa che, di anno in anno, ha continuato a crescere, diventando un punto di riferimento per le compagne nelle diverse società dove ha militato e, al tempo stesso, anche per le giovani giocatrici e per i tifosi. "Avrei dovuto uscire di scena con la settima Champions, a Novara, vinta a 40 anni - ha concluso - Ma poi Busto Arsizio mi ha fatto una corte spietata. La verità è che mi sento sempre quella ragazzina che guardava i cartoni di Mila e Shiro alla tv e anche adesso che mi tolgo dalla bolla ovattata dello sport per entrare nella vita di tutti i giorni non voglio perderla, quella ragazzina, e continuerò a coltivarla".
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