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lunedì 25 novembre 2024 | ore 01:06

"Casco ben allacciato"

Il 1 agosto 1986 in Italia diventava obbligatorio l’uso del casco per la guida delle moto. Poi dal 1992 l’obbligo fu esteso a tutti gli utilizzatori di mezzi a due ruote motorizzati.
Motori - Casco ben allacciato (Foto Roberto Serati)

Il 1 agosto 1986 in Italia diventava obbligatorio l’uso del casco per la guida delle moto, lasciando momentaneamente la libertà di non usarlo ai maggiorenni solo alla guida dei ciclomotori. Poi dal 1992 l’obbligo fu esteso a tutti gli utilizzatori di mezzi a due ruote motorizzati. Il casco però esisteva anche prima dell’obbligo e veniva comunque utilizzato da buona parte dei motociclisti per le sue caratteristiche di protezione. Sicurezza prima di tutto, ma anche confort evitando che agenti atmosferici, ma anche banalmente l’aria ad alta velocità, insetti o piccoli detriti potessero colpire il viso con inevitabile fastidio. Però era proprio la funzione di protezione della preziosa scatola cranica era il principale motivo di questa scelta, poi diventata obbligo di legge. Ci sono diverse tipologie di casco, ma tutte devono essere dotate di regolare omologazione vigente nel paese di utilizzo. Omologazioni rilasciate da appositi istituti che verificano con prove strumentali la resistenza all’impatto e alla penetrazione, la resistenza allo strappo del cinturino di ritenzione, l’assorbimento dell’urto e, se viene fornita, anche la resistenza della visiera. Solo caschi omologati possono essere utilizzati per circolare su strada senza che ne le forse dell’ordine, le compagni e assicurative, ma soprattutto la nostra testa si possa lamentare. A grandi linee, e in parole semplici, tutti i tipi di casco hanno in comune una doppia calotta: una esterna in materiale rigido (Materiale plastico, fibre composite a volte anche con fibra di carbonio) e una interna in polistirolo. La calotta esterna ha il compito di evitare la rottura del casco, la penetrazione e distribuire il colpo su una superficie più ampia. La calotta interna ha invece il compito di assorbire l’urto modificando sotto la pressione lo spessore del polistirolo evitando che il colpo si trasferisca sulla scatola cranica con gli ovvi danni. Questa deformazione porta alla necessità, anche in caso di piccoli urti, di sostituire il casco perché lo stesso non avrebbe più l’originaria capacità di assorbimento. Il fatto che il “polistirolo” sia soggetto ad invecchiamento porta a consigliare di sostituire il casco anche se non ha subito danni in quanto lo stesso potrebbe non avere più le adeguate caratteristiche di assorbimento. Anche le calotte in materiali plastici hanno un decadimento delle caratteristiche meccaniche seppur più longeve della calotta interna, che le calotte in fibra non risentono, e che consigliano anch’esse la sostituzione che di solito viene indicato dalle aziende attorno ai 5 anni. Fondamentale il cinturino di sicurezza che impedisce che il casco possa sfilare dalla testa in caso di incidente. I sistemi di chiusura sono sostanzialmente di due tipi: con doppio anello è con chiusura micrometrica a sgancio rapido. Il primo più sportivo, tipico dei caschi Racing (Utilizzato universalmente nelle gare di ogni tipo) è sicuramente il più preciso e potenzialmente sicuro, ha solo lo svantaggio di una minore praticità e velocità di utilizzo, soprattutto con i guanti indossati. Il secondo è sicuramente più pratico e più veloce con una leva che aggancia e sgancia la linguetta dentata di ritenzione. Sistema comunque sicuro, una volta trovata la giusta tensione del cinturino, e facilmente utilizzabile anche con i guanti, perfetto per l’uso cittadino e turistico.

TIPOLOGIE DI CASCO

INTEGRALE
Il casco più protettivo in assoluto dove la calotta è in un unico pezzo con un oblò per permettere la visuale, nei caschi da fuoristrada quest’apertura rimane libera, mentre nei casci stradali viene chiusa da una visiera trasparente. Il fatto di avere la mentoniera integrata permette di proteggere adeguatamente anche il viso in caso di caduta, visto che statisticamente più del 30 % degli urti avviene proprio in questa zona. Massima sicurezza, aerodinamicità e silenziosità, ma minor praticità nell’indossarlo, soprattutto con gli occhiali, e una ventilazione non sempre adatta alle alte temperature
MODULARE O APRIBILE
Casco che ha la caratteristica di avere la mentoniera asportabile, sollevabile o ribaltabile. Questo permette di avere un casco che si comporta come un casco integrale in configurazione chiusa, seppur a costo di un peso maggiore e una minore aerodinamicità dovuta al meccanismo di rotazione e/o sgancio. Quando aperto permette la massima ventilazione al viso, una più ampia visuale e la possibilità di indossarlo facilmente anche con occhiali indossati. I caschi modulari/apribili di ultima generazione hanno la doppia omologazione P/J (Integrale/Jet) che permette l’uso in entrambe le modalità in totale sicurezza e al riparo da eventuali contravvenzioni da parte delle forze dell’ordine. (Verificatelo al momento dell’acquisto o verificate l’omologazione del vostro).
JET
Rispetto all’ integrale è sprovvisto della mentoniera, è la calotta che protegge il capo avvolgendolo fino alle guance. Ha la caratteristica della massima libertà di visuale, leggerezza e praticità quando si indossa. Può essere fornito di visiera trasparente per proteggere il viso e gli occhi dall’aria e dagli agenti atmosferici. Però in caso di urto non offre protezione al viso, alla mandibola e al naso, che al massimo sono coperti solo dalla visiera, con le immaginabili conseguenze.
DEMI-JET
E un casco di tipo simile al JET, ma caratterizzato dall’assenza della protezione delle guance e minore lunghezza nella zona della nuca per offrire, la massima leggerezza, minime dimensioni e una migliore mobilità del capo. Tutto questo a scapito della protezione che ovviamente viene limitata dalla minore superficie coperta. Anche i caschi Demi-Jet possono essere provvisti di visiera ribaltabile. Tutte le tipologie di caschi, soprattutto quelli dedicati all’utilizzo cittadino e turistico possono essere dotati di un secondo visierino interno (Fumè) a scomparsa, praticissimo quando le condizioni di visibilità cambiano velocemente rendendo superflui nel caso gli occhiali da sole. Il casco andrebbe scelto in base all’uso che se ne vuole fare, puntando sempre, se possibile alla massima sicurezza, ma queste sono scelte soggettive a cui l’obbligo di legge lascia la massima libertà. Di sicuro, invece, il casco va scelto dopo averlo provato con cura le essere certi che si adatti alla propria testa, non tutti calzano nello stesso modo e anche le taglie possono avere piccole differenze di misura. Anche la suddetta taglia va scelta accuratamente così che il casco protegga senza stringere ma anche senza muoversi o peggio girare sulla testa, il consiglio di un serio rivenditore specializzato è spesso la soluzione migliore. Il casco va usato perché obbligatorio, ma visto che lo dobbiamo indossare facciamo sì che sia davvero protettivo ricordandoci soprattutto per prima cosa di allacciarlo sempre. (Foto Roberto Serati)

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