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giovedì 01 agosto 2024 | ore 10:14

Heysel... lacrime sugli spalti

Era il 29 maggio 1985: 35 anni sono passati dalla strage dell'Heysel. La finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool che scrisse una delle pagine più tristi del calcio.
Sport - La strage dell'Heysel (Foto internet)

Trentacinque anni sono passati. Trentacinque lunghi anni, ma il ricordo, il dolore e le lacrime, alla fine quelle no... non se ne sono mai andate e mai se ne andranno. Il tempo, infatti, è come se si fosse fermato; le immagini che, ogni volta, ritornano e, attorno, di nuovo solo e soltanto lo stesso grande e immenso silenzio e senso di vuoto. Una delle pagine più tristi della storia del calcio, la strage dell'Heysel, numeri che ancora oggi a sentirli lasciano senza parole: 39 persone morte (di cui 32 italiani) e oltre 600 feriti. Là, allo stadio di Bruxelles, in quella che avrebbe dovuto essere una serata di sport, emozioni e tifo, ecco, invece, appunto la tragedia. Il 29 maggio del 1985, l'attesa per la finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool quando, un'ora prima circa dal fischio d'inizio, i tifosi inglesi più accesi (i cosiddetti hooligan) cominciarono a spingersi verso il settore Z a ondate e sfondando le reti divisorie: memori degli incidenti della finale di Roma di un anno prima, si aspettavano forse una reazione altrettanto violenta da parte dei tifosi juventini; reazione che, però, non sarebbe mai potuta esserci, dato che la tifoseria organizzata bianconera era situata nella curva opposta (settori M-N-O). Gli inglesi sostennero di aver caricato più volte a scopo intimidatorio, ma i semplici spettatori, juventini e non, impauriti, anche per il mancato intervento e per l'assoluta impreparazione delle forze dell'ordine belghe, che ingenuamente ostacolavano la fuga degli italiani verso il campo manganellandoli, furono costretti ad arretrare, ammassandosi contro il muro opposto al settore della curva occupato dai sostenitori del Liverpool. E così, nella grande ressa che venne a crearsi, ecco che si consumò una vera e propria strage, perché alcuni presenti si lanciarono nel vuoto per evitare di rimanere schiacciati, altri cercarono di scavalcare gli ostacoli ed entrare nel settore adiacente e altri ancora si ferirono contro le recinzioni, fino a che il muro crollò per il troppo peso, schiacciando sotto di sé gli stessi tifosi. Nulla, insomma, poterono fare, letteralmente calpestati dalla folla alla ricerca di quella via di fuga che per molti di loro, rimase, purtroppo, soltanto un lontano miraggio.

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