Milano / Malpensa
La nuova 'Suzuki Katana'
- 20/08/2019 - 13:08
- Motori
A distanza di 38 anni Suzuki prova a stupire di nuovo riproponendo una rivisitazione della sua storica Katana in versione moderna. Era il 1981 e Suzuki rompeva gli schemi con una moto che faceva della linea avveniristica il suo punto di forza. Affiancata alle allora attuali sportive, sport touring e nude, ora si direbbe naked, era pura fantascienza. Opera del designer Hans Muth attorno al motore 1100 quattro cilindri aria/olio che era tra i più prestazionali, 107 cavalli, del momento un’estetica spigolosa e affilata come la spada giapponese da cui prendeva il nome. La stessa moto poi ha ricevuto anche il motore 750 (1984) mantenendo inalterato il resto mentre completava la gamma Katana una piccola e anonima 550. Produzione interrotta nel 1986 con un successo commerciale non così eclatante come invece fu lo scalpore e l’interesse dimostrato alla presentazione. Eppure un modello che ha fatto storia, indimenticato e unico, tanto da essere attualmente molto quotato nel collezionismo. I progettisti Suzuki, per la nuova Katana, hanno questa volta attinto ai modelli sportivi della loro gamma utilizzando il quattro cilindri 1000 della GSX-R K5 con “solo” 150 cavalli. La linea parla Italiano con il design di Rodolfo Frascoli e la ciclistica e componentistica derivano dalla sorella GSX-S 1000 da cui eredita le qualità e ne aggiunge di personali. La linea è riuscita, moderna, spigolosa il giusto e soprattutto richiama l’antenata senza scimmiottarla, cosa non facile indubbiamente, un taglio personale nel reinterpretare un pezzo di storia Suzuki. Semicarena, o cupolino che dir si voglia, basso sotto il quale scompare la ruota anteriore alla vista rendendo la moto apparente mente corta, poi il bel serbatoio con la scritta SUZUKI come vent’otto anni fa fino alla voluminosa coda tronca, che ingloba anche le luci posteriori, a tagliare con il passato di codoni lunghi fin oltre la ruota. Parafango e portatarga a sbalzo, come ormai è di moda, sulla ruota gommata con generose dimensioni. Scarico basso che esce sotto il forcellone a “Banana” sul lato destro con un terminale non fantastico esteticamente, ma del resto l’aftermarket ha già pronto qualcosa di meglio. Posizione di guida da maxi naked con busto non troppo caricato in avanti e largo manubrio alto, comodo, che aiuta nelle manovre da fermo su un avantreno granitico e con un raggio d’azione non elevato. Avantreno granitico anche in movimento che significa grande sensazione di stabilità e sicurezza anche quando la velocità diventa elevata. Una ciclistica forse non sveltissima e che gradisce la guida di corpo, ma sempre piacevole e appagante. il punto di forza è però il motore che spinge forte in tutte le marce e solo il controllo di trazione, regolabile, è in grado di tenere a bada se il polso destro ruota troppo velocemente. Forse bastava il bel motore 750 di casa Suzuki, ma si sa che il motociclista vuole sempre il top! Frenata decisamente adeguata alle prestazioni con uno strano miscuglio con coppia di pinze radiali Brembo anteriori e una singola a due pistoncino Nissin al posteriore; naturalmente sempre presente l’ABS che si è rivelato decisamente a punto. Ricca e completa la strumentazione e classici ed ergonomici i comandi al manubrio. Sul misto si disimpegna bene, ma dà il meglio sul veloce dove anche la ridotta protezione all’aria fa comunque il suo dovere almeno fino a velocità codice. Disponibile in questo elegante nero e nel classico grigio metallizzato che fa tanto nostalgia, a voi la scelta. Bentornata Katana.
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