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mercoledì 27 novembre 2024 | ore 01:40

"Hanno giocato alle spalle"

La questione Forza Italia (coordinatore, simbolo, coalizione) fa discutere. Camillo Canziani: "Chissà come mai chi si era dimesso si è seduto, poi, al tavolo con la Lega".
Castano Primo - Camillo Canziani

“La politica si fa in altro modo”. Che, in fondo, la questione Forza Italia a Castano e, più precisamente, la discussione sul coordinatore (è lui, no è l’altro) e sul simbolo (chi ce l’ha o meno) avrebbe lasciato strascichi, era quasi inevitabile. E, così, appunto è stato. “Cosa dire? O meglio, siano i cittadini a giudicare, perché vi sembra normale venire a scoprire dai giornali che c’è un nuovo referente in città? – commenta Camillo Canziani – A me sinceramente no, ma questo forse è il nuovo metodo che si è deciso di utilizzare. Per non parlare, poi, di chi, oggi, avrebbe ricevuto tale incarico: beh… è lo stesso che solo pochi mesi fa (a dicembre del 2018) ha deciso di dare le dimissioni da consigliere comunale (sui banchi dell’opposizione), appunto tra le fila di Forza Italia, e che, qualche tempo dopo, eccolo, da un giorno all’altro (lui ed un’altra persona), rientrare in gioco e subito sedersi al tavolo della Lega per unirsi alla coalizione di Centrodestra che stava nascendo. Semplice casualità? Pure coincidenze? Ad ognuno le risposte che meglio crede”. Un ‘gioco’ già prestabilito e studiato fin dall’inizio, alla fine, ne é più che mai convinto Canziani. “L’obiettivo, mi sembra chiaro, era proprio questo – conclude – Si è lavorato, di nascosto, scavalcando la sezione di Castano, per arrivare unicamente allo scopo. E strada facendo, ecco che sono state inserite le pedine necessarie che, a loro volta, mi pare ormai lampante, hanno dato la loro disponibilità con un intento altrettanto preciso, ossia togliere chi poteva o avrebbe potuto risultare scomodo (che, poi, vorrei capire cosa significa scomodo e in che senso. Scomodo, perché si voleva far valere le proprie ragioni e quelle del partito). La politica, comunque, a mio parere, lo ripeto, si fa in altro modo. Certo, si discute, spesso ci si arrabbia, si fanno passi in avanti o passi indietro, si temporeggia, si lanciano anche attacchi o provocazioni, ma non devono venire mai meno il rispetto e la correttezza tra le parti e ancor di più tra chi rappresenta o dice di rappresentare lo stesso simbolo. Le scelte, inoltre, vanno prese all’interno dei singoli gruppi, non sono gli altri che devono decidere per tutti”.

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