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domenica 24 novembre 2024 | ore 07:12

Zani: da Sanremo all'Eurovision

Il suo grande amore è la musica e la passione è il suo primo ingrediente. Simone Zani ci racconta le sue esperienze, dal Festival di Sanremo all'Eurovision Song Contest.
Musica - Simone Zani

Il suo grande amore è la musica e la passione è il suo ingrediente fondamentale per comunicare e superare la timidezza. Simone Zani ci racconta le sue esperienze, dal Festival di Sanremo all'Eurovision Song Contest, dalla musica allo sport, dalla TV alla poesia...

36 anni possono sembrare tanti, o pochi. Se parliamo dei tuoi possiamo raccontare di 18 presenze al Festival di Sanremo, 4 Eurovision Song Contest e molteplici eventi tra musica, televisione, sport che varia da Formula 1, Moto GP, ciclismo, Coppa del Mondo di sci. Quindi abbiamo varie situazioni in contesti completamente opposti. C'è un filo conduttore che ti porta a lavorare in queste diverse situazioni?
Forse è banale, ma il filo conduttore di tutto ciò è la passione. Io vivo di passioni, mi nutro di passioni e nella passione trovo sfogo in ogni momento. I miei genitori raccontano che fin da piccolo volevo “narrare” ogni cosa. Ogni avvenimento, anche il più semplice, era il pretesto per raccontarlo. La musica è il primo grande amore, ma credo che la base di tutto sia la mia smisurata volontà di comunicare per superare la timidezza.

Data la tua esperienza, oramai di Sanremo penso che tu conosca già quello che dovrà accadere il prossimo festival... Cos'è cambiato, come tua forma mentis, dal 1999 al 2017?
Qualche anno fa un artista mi disse: “Il Festival cambia ogni giorno, ogni momento. Guarda... rispetto all'inizio dell'intervista sono certo che è già cambiato qualcosa.” Non capii subito il senso di queste parole che mi disse Franco Califano, ma con il tempo mi sono reso conto che ogni singolo attimo è foriero di una nuova esperienza (e non solo a Sanremo!).
Ho vissuto in prima persona il primo Festival di Sanremo nel 1999. Arrivai in Riviera che non ero ancora maggiorenne. Ricordo che rimasi a bocca aperta. La prima intervista fu con Al Bano. Un'emozione che ancora oggi provo ogni volta che premo il tasto REC sul mio registratore. Credo di poter tranquillamente affermare che il Festival è ormai parte di me. Negli anni ho studiato molto e mi sono documentato sulla manifestazione e spesso vengo intervistato da radio e tv per parlare della mia esperienza festivaliera.
Musicalmente e televisivamente in 18 anni è cambiato tutto, ma il mio entusiasmo no. E' il medesimo del primo giorno. Forse ora sono più consapevole dei miei mezzi? Non saprei. Di certo non è mai cambiata la mia volontà di andare oltre e, in ogni intervista, di far uscire qualche aspetto curioso e simpatico.

Nell'ambito canzoni, autori e cantanti?
In pratica non è cambiato nulla. Sono solo canzonette. E' vero. Credo che l'aspetto che più è cambiato è quello legato alla fruizione dei brani del Festival. Qualche anno fa un brano lo si ascoltava all'Ariston e per poterlo riascoltare bisognava fare zapping in radio sperando di trovarlo o attendendo l'uscita nel vicino negozio di dischi. Oggi è tutto più immediato. Nel giro di qualche secondo si può avere ogni brano a disposizione.
Oltre a questo è cambiato l'interesse della radio nei confronti del Festival. Sebbene possa apparire il contrario, tra il 1999 e oggi il numero dei media accreditati è raddoppiato e questo ha reso molti artisti quasi irraggiungibili.
Per quanto riguarda gli autori sono felice che si stia dando spazio anche a giovani che negli anni hanno dimostrato di essere in grado di proporre degli ottimi brani. Per esempio quest'anno tra gli autori dei brani dei Big abbiamo trovato Nicco Verrienti e Roberto Casalino, due giovani artisti che hanno firmato pagine importanti della musica pop contemporanea nonostante la loro giovane età.
A volte, però, il problema è che se a Sanremo non si propongono brani di autori affermati si grida allo scandalo. Così come per i Direttori d'Orchestra. Si urla: “Largo ai giovani” e poi ci si mobilita quando un anno rimane fuori Peppe Vessicchio!

Eurovision Song Contest 2017 ci ha 'regalato' un Premio della Stampa che non è bastato a soffocare i dissapori creati dal disaccordo oltre confine. Cosa disarma di più tra un aspettarsi che delle nazioni votino per noi, con il relativo non essere nemmeno calcolati, a un non sentirsi del tutto parte di una comunità che ci fa sentire 'diversamente europei' e/o la vincita di Salvador Sobral?
Una volta passata la prima fase di cocente delusione per la mancata vittoria di Francesco Gabbani all'ESC ho cercato di analizzare in maniera lucida la situazione e mi sono dato qualche risposta.
Forse il brano ha avuto un eccellente riscontro troppo presto. In pratica all'Eurovision è arrivato 3 mesi dopo l'uscita e qualcuno potrebbe già essersi stancato di ascoltarlo. Poi è risaputo che: “Chi entra Papa esce Cardinale” e questa vittoria sbandierata ai 4 venti credo abbia indotto giurie e televoto ad indirizzarsi altrove, pensando magari: “Tanto ha già vinto... chissà quanti altri lo voteranno.”.
Non voglio, poi, sottovalutare il discorso degli “accordi non scritti”, ma da quando c'è l'Eurovision sono molto i paesi che optano per un celato “voto di scambio” (Ufficialmente vietato dal regolamento, ma consuetudine soprattutto per alcuni paesi). Tra coloro che, invece, hanno palesato antipatia nei nostri confronti il caso più eclatante è quello dei vicini di San Marino. Pare che i pochi punti assegnati all'Italia abbiano un unico responsabile: Dorian Pazzini, sedicente chitarrista che ha assegnato ad “Occidentali's Karma” solo il 21° posto! Ho provato a cercare in rete qualche informazione relativa a questo fantomatico personaggio, ma il risultato più attinente è la promozione ad una serata intitolata: “Dorian Musica Dal Vivo alla Bettola San Marino”. Con tutto il rispetto per “La Bettola di San Marino”, secondo voi costui ha i requisiti per poter valutare canzoni provenienti da 42 paesi?

Simone Zani vuol dire anche radio e relativa conduzione in programmi musicali e di intrattenimento. Da diversi anni sei anche Direttore Artistico di Radio 2 Laghi. Cosa ti affascina dell'ambito frequenze?
La radio è il mio mondo. E' quell'ancora di salvezza alla quale mi aggrappo quando sento che sto perdendo l'equilibrio. Radio non significa solo avere una trasmissione, ma per me radio è anche tutta quella fase di organizzazione, coordinamento e programmazione che tanto mi affascina.
Ultimamente ho sempre meno tempo per la diretta, ma riesco a ritagliarmi il mio spazio nelle sempre più frequenti occasioni in cui la nostra emittente viene nominata “radio ufficiale” di qualche manifestazione. In quell'occasione torno al mio vecchio amore, prendo in mano il microfono, alzo il fade e conduco la trasmissione e mi rendo conto che è un amore viscerale al quale non potrei rinunciare.

Nelle tue esperienze televisive c'è anche 'Zig Zag' un programma quotidiano per ragazzi trasmesso su AltaitaliaTV. Il giovedì era la giornata dedicata alla musica. Che tipo di televisione viene recepita dai ragazzi?
E' quasi impossibile capire oggi quale televisione e quali programmi cercano i ragazzi. Il programma “Zig Zag” è andato in onda dal 2007 al 2009, in un periodo in cui le tv satellitari per ragazzi erano appena nate e poco prima dello switch-off della tv terrestre che ha portato una moltitudine di canali free per tutte le età.
Il programma aveva un taglio molto “oldies”. Mi ispiravo a “Bim Bum Bam”, “Solletico” e “Ciao Ciao”, cioè gli unici programmi per ragazzi che andavano in onda durante il periodo della mia infanzia.
Il giovedì era la giornata dedicata alla musica. Prendevo la mia chitarra e ogni settimana proponevo 3 brani legati da un filo conduttore. Il fine era molto semplice: ci tenevo che i ragazzi conoscessero certe canzoni e il loro significato. Ricordo di aver ricevuto molte lettere (è vero!!!) e e-mail di complimenti, ma mi sono sempre chiesto se erano davvero i ragazzi ad apprezzare il programma oppure i genitori...
Sono orgoglioso di questa esperienza perchè il programma ha contributo a far vincere ad AltaitaliaTV nel 2008 e nel 2009 il premio QualiTV organizzato dal Corecom Piemonte.

Come cambia l'ambito musicale oggi? Qual è, secondo il tuo punto di vista, il vero ingrippo o il vero linguaggio musicale?
Non esiste una regola. L'unico linguaggio è arrivare al cuore. La musica è paradossalmente semplice e non ha bisogno di troppi arzigogoli. Invece l'industria e i meccanismi che la stanno regolando soprattutto negli ultimi anni la rendono artificiosa e sempre meno pura.
Spesso si grida allo scandalo quando si scoprono mezzucci per aumentare il numero di visualizzazioni di un videoclip o per salire in classifica, ma coloro che si alzano la voce sono spesso tra coloro che usufruiscono di questo servizio. Ho notato che negli ultimi 10 anni si è persa la sincerità.

Simone Zani è anche autore, coautore, cantante e cantautore. Collabori con Giox, artista e grande amico, col quale hai scritto 'Prima-vera', canzone presentata alle selezioni del Festival di Sanremo 2012. A fine 2013 esce il tuo primo album 'La mia soluzione'. Sei soddisfatto di questo lavoro? Nei tuoi progetti futuri è previsto un nuovo album?
Mah... non mi ritengo un cantante o un cantautore. L'esperienza intrapresa col l'etichetta discografica GSZ Pro è stata sicuramente importante e mi è servita per comprendere meglio certi meccanismi, ma non ho alcuna velleità da questo punto di vista.
L'album del 2013 è stato un gioco ed un esperimento unico e irripetibile e tale deve essere considerato nonostante i numerosi apprezzamenti ricevuti.
Ogni tanto mi capita ancora di comporre qualche brano o di collaborare alla stesura di qualche testo, ma si tratta di momenti sporadici e che considero puro divertimento senza implicazioni professionali.

Nel 2013 crei il concorso di poesia 'Lo spazio vuoto' con la collaborazione di Emanuele Saia. Arrivata alla quinta edizione, questa rassegna dedica una sezione anche alla fotografia e ai racconti brevi. Facciamo un passo indietro, fino al 2010, dove a ottobre di questo stesso anno vinci il Concorso Nazionale 'Siamo tutti poeti', con la lirica 'Lo spazio vuoto (le strade di notte)'. Hai voglia di farci leggere la tua poesia?
Ma certo! Eccola!

“LO SPAZIO VUOTO”
(LE STRADE DI NOTTE)

Anche la solita strada
questa sera ha un odore diverso.

Profuma di asfalto,
di pioggia.

La strada ha il colore dei tuoi occhi,
ogni giorno più spenti
nel dolore di un sussulto che non c’è più.

I tuoi occhi hanno l’odore
di mille giorni bruciati,
di oroscopi sbagliati,
di pranzi brutalmente avanzati.

Il tuo silenzio
mi fa sentire
come su un palcoscenico.
Vuoto.
Mentre aspetto risposte.

La luce è un ricordo e una flebile speranza
che mi spinge ad essere protagonista
di un melodramma che il viaggio fa suo.

Tra cinque minuti la musica sparirà dalla Terra. Hai solo tre minuti per poter disinnescare il meccanismo. E lo puoi fare solo con un pentagramma. Qual è l'accordo? Perché?
Non ho dubbi! Sceglierei LA MI RE MI che non sono altro che gli accordi de “La canzone del sole” di Lucio Battisti, il primo brano che tutti imparano a suonare con la chitarra. Il testo di Mogol è apparentemente semplice e qualcuno lo ha definito banale, ma ha un significato incredibile. Nella vita bisogna imparare a non prendersi troppo sul serio! “Un fiore in bocca può servire sai. Più allegro tutto sembra.” Buona musica!

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