Milano / Malpensa
"Come sempre travisata la realtà..."
- 03/02/2017 - 09:53
- Castano Primo
Tutt’altro che un argomento chiuso. E in fondo sarebbe stato, forse, strano il contrario. Perché se per mesi e mesi la domanda moschea si o no ha tenuto banco in città, è proprio e ancora la stessa questione che continua ad accendere la discussione. Un botta e risposta, insomma, che va avanti: prima la comunicazione ufficiale del Comune della notifica al presidente della Madni dell'avvio del procedimento di annullamento del permesso di costruire, poi gli interventi dei quattro gruppi di opposizione (Lega Nord, Forza Italia, Castano al Centro e Castanesi Indipendenti), quindi le dichiarazioni del vicepresidente del Consiglio Regionale, Fabrizio Cecchetti (del Carroccio) e adesso la presa di posizione del sindaco di Castano, Giuseppe Pignatiello. “Anche questa volta c’è chi cambia le carte in tavola affannandosi a scrivere e dire cose che nemmeno conosce – afferma il primo cittadino – E non per mancanza di trasparenza dell’Amministrazione o per poca chiarezza, ma per il suo personale disinteresse. In realtà ciò che cerca è un po' di visibilità. Che brutto però doverlo fare alle spalle del sindaco di una piccola cittadina, uno che, come tutti i sindaci d'altronde, ci mette la faccia e non potrebbe fare altrimenti. Il sindaco è spesso costretto, suo malgrado, a subire attacchi e cattiverie che sovente si vorrebbero riferire più in alto, a quei politici irraggiungibili con i quali è impossibile confrontarsi. Mi dispiace solo che venga ancora una volta travisata la realtà dei fatti e sono costretto, pertanto, ad intervenire per raccontarla a tutti”. Diversi i punti, dell’ormai nota questione della moschea, sui quali pone l’attenzione Pignatiello. “Basta dire falsità – continua – La verità è ben differente. Innanzitutto, nel mese di luglio del 2016 Regione Lombardia invia a tutti i Comuni una richiesta di dati circa la presenza di luoghi di culto ed associazioni islamiche sul territorio. Una volta, allora, arrivata appunto questa richiesta, chiedo immediatamente di raccogliere e trasmettere alla Regione ogni dato in nostro possesso, dopo aver visionato la documentazione. Da qui, ecco che risulta esserci un progetto (mai visionato), relativo ad un ampliamento della sede di un’associazione presente da anni sul nostro territorio (mi preme chiarire, di nuovo, che il rilascio dei permessi di costruire sono di competenza esclusiva degli uffici tecnici dove il politico non solo non può e non deve intervenire, ma qualora lo facesse violerebbe il principio di separazione tra attività politica e attività gestionale, potendosi nei casi più gravi ravvisare anche ipotesi di reato). I passi successivi riguardano, invece, una serie di accertamenti, verifiche e controlli interni in merito, in quanto, dopo avere visionato il progetto, si insinuano in noi dei dubbi riguardo la funzione della stessa. Per meglio evidenziare la questione, inoltre, chiediamo aiuto anche a Regione Lombardia sulla corretta interpretazione della legge regionale, però le risposte non sono soddisfacenti e non contenti facciamo richiesta pure di un incontro”. Sindaco e segretario comunale, dunque, si presentano in Regione… “Vogliamo avere indicazioni ufficiali sull’interpretazione della legge, evidenziando le svariate lacune e i dubbi dei tecnici – spiega Pignatiello – Purtroppo quegli interrogativi non ci vengono risolti e invitiamo la stessa Regione anche di presenziare ai tavoli che abbiamo deciso di organizzare con l'associazione Madni e con i loro tecnici per provare a trovare soluzioni: pure in questo caso, però, la risposta è negativa. Intanto, un gruppo polito presenta una mozione in Consiglio comunale, nella quale si chiede di intervenire, in caso di accertata illegittimità della pratica; votiamo tutti a favore (in realtà era la strada che già avevamo scelto). Informo la massima assise cittadina e poi costantemente i capigruppo sugli sviluppi dell’iter di autotutela dell’Amministrazione, incontrandoli e inviando comunicazioni scritte. Per trasparenza, sempre in Consiglio, chiarisco che l’iter della pratica inizia nel 2013 con la richiesta da parte dell’associazione acquisita dal protocollo del Comune in data 9 gennaio 2013, a cui segue un parere positivo in data 22 marzo 2013, prot n. 4746 (quando io ancora non ero sindaco), salvo successivamente sentirmi dire che non ne sapevano nulla. Nel frattempo, comunque, qualche politicante prova a fare propaganda alle nostre spalle mentre noi continuiamo a lavorare con serietà cercando soluzioni. Ci tengo ad evidenziare che in ogni caso non si trattava e non si tratta di una moschea, bensì della sede di un’associazione culturale islamica che, in base alla ricostruzione giuridica effettuata anche con l’aiuto di due legali e in quanto collegata a funzioni religiose, in virtù delle previsioni delle vigenti leggi regionali, avrebbe dovuto seguire un iter procedurale diverso, di competenza del Consiglio comunale e non degli uffici. Non ci fermiamo qui, ma organizziamo degli incontri con la Madni, ai quali partecipano funzionari del Comune e uno dei legali incaricati tentando, come prevede la legge, di ripristinare la situazione di piena legittimità in modo condiviso, con la massima attenzione anche ai diritti della realtà associativa in questione. I pareri degli avvocati evidenziano univocamente l’illegittimità della pratica per violazione della legge regionale e, in parallelo, quindi gli uffici comunali competenti ritengono, stante la situazione complessiva, doveroso intervenire in autotutela avviando l’iter di annullamento della pratica con comunicazione del 20 gennaio scorso. Ora, è davvero il momento di dire basta. Basta con chi si permette di giudicare il nostro operato e butta fango su un’Amministrazione che ha fatto della legalità, del rispetto degli altri, delle leggi e della trasparenza il proprio punto fermo. Cari castanesi non fatevi prendere in giro. Se non credete alle mie parole passate pure in Comune, gli atti sono pubblici e sono disponibili a tutti. La verità è cosa seria e intendo preservarla con tutte le mie forze”.
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