Milano / Malpensa
Primo numero di NoiExpo
«La nostra sfida in Expo è far capire ai visitatori ma anche ai soggetti che sono qui rappresentati, dai governi alle imprese, che il tema di questa esposizione può essere declinato a partire dal paradosso dell’abbondanza, delle differenze inaccettabili tra i paesi e all’interno dello stesso paese tra chi ha troppo e chi nulla, che non si può ignorare lo scandalo dello spreco denunciato con forza da papa Francesco. Questa iniziativa editoriale ci aiuta ad affrontare questa sfida». Così Luciano Gualzetti, vice commissario del Padiglione della Santa Sede e responsabile Caritas in Expo, ha salutato il lancio di NoiExpo, il mensile gratuito da oggi in distribuzione in Expo, al Padiglione della Santa Sede e all’edicola Caritas e fuori, nelle oltre mille parrocchie della Diocesi di Milano e nei pressi delle stazioni della metropolitana.
«A me fa un po’ male il racconto di chi rappresenta Expo solo come un problema. Ho un’altra percezione: vedo un’esperienza di popolo, gente che ha delle domande, o che vuole semplicemente passare qualche ora di sollievo. Noi Expo è anche questo racconto, un prodotto nuovo realizzato grazie a chi ci ha creduto», ha detto don Davide Milani, responsabile della comunicazione del Padiglione della Santa Sede in Expo 2015.
«Noi tendiamo a enfatizzare gli aspetti problematici, invece Expo è una grande occasione. NoiExpo vuole coglierla per dare cittadinanza mediatica a idee e percorsi possibili che sono già in corso e sono in contraddizione con il pensiero unico – ha sottolineato il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio – Mettere insieme due forze vere del giornalismo italiano e un catalizzatore di energie come sono il padiglione della Santa Sede e Caritas Internationalis, ci è parsa subito un’idea molto bella. In un’epoca in cui si predica la separazione dei mondi, c’è un luogo in cui i mondi si incontrano. NoiExpo vuol dire questo».
«Questa free press nasce per far capire che un’esposizione universale che ha al centro l’alimentazione non può risolversi in una mostra di cibi, ma deve andare al cuore dei problemi – ha detto don Antonio Sciortino, direttore di Famiglia Cristiana -. In questi sei mesi noi vorremmo essere coscienza critica, vogliamo essere il pungolo perché i governi capiscano che non basta l’Expo, ma occorrono impegni concreti contro la fame nel mondo, come ci sollecita a fare papa Francesco da cui tutti attendiamo già a inizio giugno l’enciclica sul creato».
Sciortino, ricordando la campagna sulle parole che uccidono contro la discriminazione, realizzata con il quotidiano della Cei, si è augurato «che questa collaborazione possa avere un seguito anche dopo Expo con un’altra iniziativa sui temi della fame nel mondo».
Il mensile nasce dalla collaborazione di due grandi testate, Avvenire e Famiglia Cristiana che, in occasione di Expo Milano 2015 e con il sostegno dell’Ufficio comunicazione Chiesa in Expo, racconteranno i temi dell’Esposizione e la presenza della Chiesa, con sguardo attento all’approfondimento e originale, cioè oltre le convenzioni e le polemiche, sul grande evento di Milano. Il diritto al cibo e all’acqua per tutti, il land grabbing, le speculazioni finanziarie che minacciano le comunità rurali e l’impegno della Chiesa nel mondo contro la fame: questi gli argomenti raccontati e approfonditi dalle firme di Famiglia Cristiana, di Avvenire e da altri collaboratori.
Il piano editoriale del magazine prevede 6 numeri di 40 pagine formato tabloid, stampati ognuno in 500 mila copie. Ad aprire il primo numero accanto al saluto dell’Arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola e un’intervista al presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e commissario generale del Padiglione della Santa Sede, il cardinale Gianfranco Ravasi, sulla presenza della Chiesa all’Expo, ci saranno gli editoriali dei due direttori delle testate promotrici, Marco Tarquinio e don Antonio Sciortino.
Il prodotto cartaceo avrà una seconda vita sulla rete. Una campagna social con l’hashtag #noiexpo amplierà l’audience, intercettando chi all’Expo non verrà o non ha ancora deciso di venire
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