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sabato 27 luglio 2024 | ore 14:35

Vent'anni di storia turbighese

Turbigo - Luca Bonomi

I suoi colori sono, da sempre e per sempre, il rosso e il blu, tutto intorno, invece, un unico grande coro: ‘Forza Unione Sportiva Turbighese!’. E’ questa la storia di Luca Bonomi, classe 1984, difensore centrale e, oggi, capitano della Prima Squadra, da ben vent’anni, vera e propria bandiera della storica società di calcio di Turbigo, a dispetto di tutti coloro che dicono come non esista più quel senso di attaccamento alla maglia ed al gruppo. La carriera del nostro Luca ha inizio, ormai, tanto tempo fa... “Avevo 5/6 anni – racconta – Mi è sempre piaciuto il calcio, giocavo all’Oratorio con gli amici, poi, ho deciso di iscrivermi alla Turbighese e da quel momento non l’ho più lasciata. Qui ho fatto praticamente tutta la carriera, superando ogni tappa. Ho cominciato nei Primi Calci, quindi sono arrivati i Pulcini e, via via, tutte le altre categorie, Giovanissimi, Allievi, Esordienti, Juniores, anche l’Under 21 quando c’era, fino al salto in Prima Squadra, all’incirca 4 anni fa. Di questo devo ringraziare l’attuale mister, Marco Dell’Acqua: è stato lui a portarmi nel gruppo, chiamiamolo, ‘dei grandi’, facendomi fare esperienza e, soprattutto, facendomi crescere”. Che cosa significa per te la Turbighese? “E’ come se fosse la mia ‘seconda casa’ – continua Bonomi – non è solo una società di calcio, ma un gruppo di amici, dai dirigenti, agli allenatori, fino ai compagni di squadra. Nello spogliatoio e sul campo siamo molto uniti”. In vent’anni chissà quanti ragazzi hai visto passare al campo, chissà con quanti hai giocato? “Sono stati davvero tanti e diversi – dice Luca – Molti che hanno iniziato con me, alcuni anni fa, e che, poi, però, hanno lasciato o si sono trasferiti in altre realtà del territorio. Io, invece, ho sempre preferito rimanere qui. Ho sempre ritenuto giusto che fosse così: la Turbighese è tutto per me, è una società di calcio (il mio sport preferito), è la squadra del mio paese, Turbigo, dove sono nato e cresciuto, ed è, soprattutto, un ambiente familiare. Voglio ringraziare ancora tutte quelle persone che hanno creduto in me e mi hanno dato fiducia. Ognuno di loro ha avuto un ruolo importante”. Nella tua carriera ci sono stati momenti di grandi soddisfazioni, ma anche stagioni di alti e bassi: quali sono i tuoi ricordi? “Ce ne sono tantissimi. Ma se devo sceglierne qualcuno, dico due anni fa quando ci siamo salvati nello scontro dei play – out. E, poi, l’ultima stagione con la promozione in Prima Categoria dopo i play – off”.

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