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martedì 24 dicembre 2024 | ore 04:05

In milioni a Manila per il Papa

Sociale - Papa Francesco in visita nelle Filippine 2015

E' tornato a Roma, Papa Francesco, dopo l'intensa visita pastorale in Asia, in Sri Lanka e nelle Filippine, dal 12 al 19 gennaio. Un viaggio, il VII internazionale, che ha commosso profondamente il Pontefice, colpito in particolare dai gesti non 'protocollari' della gente semplice, espressioni di un 'entusiasmo non finto', ma vero. Il gesto di un padre che solleva il figlio dalla folla per farlo benedire dal Papa: il gesto della paternità, della maternità, dell'entusiasmo, della gioia. Ma anche la sofferenza ha lasciato un segno nel cuore del Papa, in particolare la storia di Chrystel, la ragazza volontaria morta a Tacloban per il crollo di un'impalcatura e i sopravvissuti del tifone. “Vedere - dice - tutto quel popolo di Dio pregare dopo quella catastrofe”, mi ha fatto sentire “come annientato, quasi non mi veniva la voce”. Un vero e gigantesco successo pastorale: di fede, di partecipazione di popolo e di dialogo e incontro. I sei/sette milioni di presenze alla Messa nel Rizar Park, quasi negli stessi momenti in cui gli account Twitter del Pontefice raggiungevano i 18 milioni di follower, sono segnali significativi. Dopo i 5 milioni della X GMG con San Giovanni Paolo II, a Manila, si è tenuto il più grande evento papale di tutti i tempi. “Questa visita è per me una sorpresa! Sto comprendendo molte cose” - ha affermato il Santo Padre. Una vera esplosione di gioia con la gente che intona il coro “Papa Francisco, bienvenido”.
Papa Francesco ha affrontato con rigorosità e coraggio tutte le questioni principali dell’evangelizzazione nel mondo di oggi e, al tempo stesso, non ha tralasciato nessuna delle grandi sfide che l’umanità ha davanti a sé. E soprattutto ha saputo offrire un’immagine della Chiesa convincente e trasparente per tutti, per credenti e non credenti. E poi le parole a braccio, e momenti come la visita a sorpresa ad una casa di accoglienza per bambini orfani o abbandonati, la visita a una comunità gesuita impegnata nella pastorale sociale, l’uso di un impermeabile come un qualsiasi altro fedele presente, la ferma volontà di raggiungere Tacloban quando tutti consigliavano la sospensione della visita e dove afferma, con un impermeabile giallo trasparente,: “Quando a Roma ho visto 14 mesi fa la catastrofe che avete vissuto, allora, in quel momento ho deciso di venire. Ora sono qui con voi”.
Una folla incontenibile e festante accoglie Papa Francesco che vorrebbe fermarsi a salutare tutti, abbracciare e stringere a sè con affetto ogni donna, uomo o bambino.
Colpiscono nel profondo le parole del Santo Padre ai numerosi giovani riuniti nel campo sportivo dell'Università di Santo Tomas a Manila. "Vent’anni fa, in questo stesso luogo, san Giovanni Paolo II affermò che il mondo ha bisogno di 'un nuovo tipo di giovane' - uno che sia impegnato con i più alti ideali e desideroso di costruire la civiltà dell’amore. Siate quei giovani di cui parlava san Giovanni Paolo II! Non perdete i vostri ideali!" E afferma che si deve imparare a piangere, “nel mondo di oggi manca la capacità di piangere”. “Piangono gli emarginati, gli esclusi, coloro che vengono scartati ma quelli che hanno una vita senza particolari necessità - ha osservato il Papa - non sanno piangere”. “Alcune realtà della vita si vedono soltanto con gli occhi lavati dalle lacrime”. “Così - ha detto - invito ciascuno di voi a chiedersi: ho imparato a piangere? Ho imparato a piangere quando vedo un bambino che è affamato, un bambino drogato, un bambino che non ha casa, un bambino abbandonato, un bambino abusato, un bambino sfruttato dalla società?”. Gesù - ha ricordato il Papa - pianse in diversi momenti della sua vita e soprattutto nel suo cuore. Se non imparate come si piange - ha affermato - non potrete essere buoni cristiani”. “Non abbiamo bisogno di giovani museo - ha detto - ma di giovani saggi”. La vera sfida è 'imparare ad amare'. “Per questo il Vangelo ci propone un cammino usando tre linguaggi: quelli della mente, del cuore e delle mani. Per essere saggi - ha detto - usate questi tre linguaggi: 'pensate, sentite ad agite'. Lasciatevi sorprendere da Dio. E’ questa la grande sfida della vita, imparare ad amare”.
In volo da Manila a Roma il Papa ha espresso la profonda commozione per il viaggio compiuto, affrontando anche questioni di grande rilievo pubblico, poi uno sguardo al futuro, con una serie di possibili mete per i prossimi viaggi apostolici, Africa e America Latina entro il 2015. Lui vive tutto questo come una grazia di Dio e sente molto l’aiuto della Provvidenza che gli dà le forze per fare delle cose che normalmente una persona della sua età non riuscirebbe a fare e anche gli dà le occasioni di incontrare persone, popoli in una forma così positiva che apre il cuore alla speranza.

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