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venerdì 22 novembre 2024 | ore 03:35

Ticino: meno 'autoctoni' e diversi abitanti

Nel fiume azzurro, da qualche tempo, sta avvenendo un fenomeno ittiologico molto particolare: una misteriosa scomparsa o diminuzione di specie autoctone.
Inchieste - Il fiume Ticino (Foto internet)

”Chiare, fresche e dolci acque…” così principiava una poesia del celebre Petrarca e questo attacco risulta adatto per definire molteplici fiumi italiani, tra cui anche il Ticino. Certo, il fatto che il ‘nostro’ fiume azzurro sia uno tra i migliori d’Italia, sotto vari punti di vista, tra cui la biodiversità, è indiscusso, ma ormai già da qualche tempo sta avvenendo un fenomeno ittiologico molto particolare nelle sue imponenti acque; una misteriosa scomparsa o comunque drastica diminuzione di specie autoctone. Questo fatto è stato riconfermato da Luca Canova, zoologo e specialista in ittiologia, che afferma: “Quel che è certo è che la comunità ittica è cambiata notevolmente, nel senso che ormai la metà delle specie presenti nei fiumi della Lombardia non è originaria di qui”. Parere ribadito anche da molti pescatori locali delle zone comprese tra Castelletto di Cuggiono e Robecco sul Naviglio, persone che fino ad alcuni anni orsono, trascorrendo intere serate a pesca sul Ticino, riuscivano a catturare molti pesci tipicamente originari della zona, dunque autoctoni, come temoli e trote marmorate, ad esempio. Inoltre, da varie interviste eseguite agli stessi, è emerso un concetto di fondo estremamente diretto e al contempo preoccupante: “Al Ticino è inutile andare a pesca, tanto non si prenderebbe nulla, se non qualche specie straniera”. Una dichiarazione molto esaustiva soprattutto se unita a quella dello zoologo, che aggiunge: “E’ possibile che l’immissione di specie di dubbia provenienza sia stata determinante per la notevole diminuzione delle specie autoctone, invero, l’arrivo del siluro, lucioperca, persico sole e aspio, ha senza dubbio contribuito a questo triste fenomeno”. Ora, emerge una domanda: come può essere accaduto che in un fiume così monitorato si sia verificata una vera e propria catastrofe nel silenzio delle sue acque? A questo proposito, la risposta è da rintracciarsi soprattutto in esagerate immissioni effettuate ad opera di terzi che nella totale incoscienza, probabilmente alla sola finalità della pesca o, seppur difficile da credere, inconsciamente, hanno immesso queste specie ittiofaghe e distruttive per l’habitat del fiume. Ma c’è anche un altro interrogativo: quali, effettivamente, sono le specie alloctone maggiormente presenti e invasive? “La fauna ittica alloctona al momento è prevalentemente composta da siluri e gardon, presenti in percentuale piuttosto rilevante, pari a circa il 30% - spiega il responsabile del settore fauna del Parco del Ticino, Adriano Bellani - Un pericolo è costituito dal siluro, che ormai invade letteralmente tutto il Ticino. Come Parco stiamo attuando progetti di attento monitoraggio della composizione ittica, al fine di osservare attentamente tutti i possibili mutamenti del fenomeno; ancora, strutture di risalita per pesci e per la riproduzione artificiale di specie a rischio. La speranza è di “un’evoluzione naturale che compensi tale stato di fatto”.

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