Milano / Malpensa
Giovanni Paolo II, Atleta di Dio
Una figura bianca in mezzo a bandiere di tante nazioni, circondato da migliaia di giovani. Un passo sicuro e sportivo tra la gente o tra le sue amate montagne. Un passo divenuto poi malato e incerto negli ultimi anni di vita. Non divennero mai incerte però le sue parole. Parole di speranza: questo il messaggio che per tantissimi anni Giovanni Paolo II ha trasmesso al mondo. Parole di una forza straordinaria: “Non abbiate paura, spalancate le porte a Cristo”, oppure espresse con vigore nei confronti dei mali della nostra società, la violenza, la mafia: “Mai più la guerra!”. Si era presentato al mondo con semplicità “Se mi sbaglio mi corrigerete!”, conquistando il cuore di tutti. Con i gesti e i silenzi, con le parole e le opere Wojtyla ha mostrato, all’inquieta umanità postmoderna, un Dio vicino, amico degli uomini, dei giovani in particolare. E proprio per i giovani, di cui era innamorato, ha creato le Giornate Mondiali della Gioventù, ricche di gioia, festa, riflessione e preghiera comunitaria. Nato nel 1920, di nazionalità polacca, precocemente orfano della mamma, Karol ha vissuto i difficili anni del nazismo, della guerra e del comunismo che avevano sconvolto il suo Paese. Le sue passioni per lo studio, la poesia e il teatro furono accantonate per divenire operaio in una cava di pietra. Esperienze diverse che hanno rafforzato la sua personalità. Finita la guerra ha potuto finalmente laurearsi in teologia e divenire sacerdote. Appena trentottenne venne nominato vescovo di Cracovia e poi cardinale. A soli 58 anni divenne Papa. Un Papa che, in ventisette anni, ha aperto il papato a una dimensione internazionale, viaggiando con spirito missionario per portare Cristo a tutti. Dopo pochi anni dall’elezione, nel 1981, nel giorno della ricorrenza dell’apparizione della Madonna di Fatima, subì un attentato da parte di un killer professionista turco. Non perse la vita, convinto che fu proprio la Madonna a salvarlo deviando il proiettile che lo colpì all’addome. In seguito all’attentato i momenti di sofferenza fisica furono numerosi, per sfociare nella debilitante malattia che lo provò sempre di più. Un Papa per il quale tutti, pochi minuti dopo la sua morte, avvenuta nel 2005, hanno espresso lo stesso identico pensiero: “Santo subito”.
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