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domenica 24 novembre 2024 | ore 02:54

Omicidio di Joele, tanti i giovani all'estero

Omicidio di Joele Leotta, il ragazzo ucciso in Inghilterra. Come lui tanti i giovani che ogni anno lasciano la Lombardia per lavorare fuori dall'Italia. Un'inchiesta della Coldiretti.
Attualità - Omicidio di Joele, tanti i giovani all'estero (Foto internet)

Più di mille giovani lombardi ogni anno emigrano per studiare o lavorare all’estero, come aveva fatto anche Joele Leotta, il 19enne di Nibionno (Lecco) ucciso a calci e pugni in Gran Bretagna durante un’aggressione teppistica. Il dato emerge da un’analisi di Coldiretti Lombardia sui flussi dei migranti iscritti negli ultimi anni all’Aire, il registro degli italiani residenti all’estero. Nel 2012 ad esempio – spiega la Coldiretti Lombardia – erano oltre 27 mila i lombardi fra i 18 e i 24 anni che risultavano residenti in un paese straniero contro i 25.965 dell’anno prima e contro i 24.802 del 2010. La maggior parte sceglie l’Europa, ma altri si dirigono verso gli Stati Uniti e l’Australia. Le loro – spiega la Coldiretti Lombardia – sono storie di giovani che cercano un futuro e che spesso trovano una prima occupazione nei quasi 80 mila fra ristoranti, pizzerie e bar che si rifanno alla tradizione enogastronomica italiana. Massimiliano Ferraris, 31 anni, cuoco, pavese di Rosasco, vicino Mortara, è uno di loro e da quasi due anni lavora a Londra: “Qui c’è gente da tutto il mondo, anche tanti italiani, lavoro duro ma almeno ho delle opportunità. C’è qualche pregiudizio verso noi italiani, ma niente di particolare” anche se poi ammette che una volta lo hanno aggredito tentando di portargli via la giacca con i soldi, ma no non ci sono riusciti. L’Australia è un’altra meta dei giovani lombardi. Karina Trapletti, di Trescore Balneario (Bergamo) ha 31 anni e da 5 abita a Melbourne: “Faccio la commessa in una boutique di giorno e la sera lavoro come barista in un ristorante. Vorrei aprire un cafe/restaurant con il mio ragazzo cercando di coinvolgere anche amiche disoccupate dall'Italia. Ovviamente tutto basato sul made in Italy, dal personale al prodotto”. Luca Piccioli, di Alzano Lombardo (Bergamo) ha 24 anni ed è partito nell’ottobre del 2012: “Lavoro come cameriere in un bellissimo locale nella via più alla moda di Melbourne. Mi piace qui perchè sono a contatto con molte persone e lavoro con ragazzi giovani, australiani e non”. La crescita del numero di chi sceglie di trasferirsi all’estero è confermata dal fatto che la maggioranza dei giovani (51 per cento) sotto i 40 anni è pronta ad espatriare per motivi di lavoro, secondo una indagine della Coldiretti. La propensione a lasciare l’Italia - sottolinea la Coldiretti - riguarda sia i giovani disoccupati (53 per cento) che gli studenti (59 per cento) ma anche coloro che hanno già un lavoro (47 per cento) che evidentemente non li soddisfa. Questo perché - conclude la Coldiretti - il 73 per cento dei giovani ritiene che l’Italia non possa offrire un futuro.

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