Le porte della biblioteca si aprono ancora una volta per ospitare un'artista del territorio.
VENERDI’ 12 APRILE 2013
Ore 21.00
In biblioteca, Sala Francesco Virga. Ingresso libero
Incontro con l’autrice inverunese Maria Rosa Furbelli

L'autrice presenterà il libro "Bobby il randagio di Edimburgo" (Mursia) una commovente storia di amore e di amicizia realmente accaduta, sullo sfondo di Edimburgo.

L'AUTRICE
Maria Rosa Furbelli vive a Inveruno. Laureata in Lingue e Letterature Straniere, ha insegnato nelle scuole medie e superiori. Nel 2000 ha pubblicato Neve di notte e la luna. Nel 2002 si è classificata terza al concorso letterario animalista «Anna Maria Salerno» con il racconto Mossiö.

IL LIBRO
«Vivere sulla strada non è facile per nessun randagio, ma Bobby imparò velocemente e si guadagnò la simpatia di chi incontrava, ovunque andasse. Conquistò il cuore di coloro che abitavano nei caseggiati adiacenti a Greyfriars, alcuni dei quali, malgrado le angustie del vivere quotidiano, si prendevano cura di lui.» Edimburgo, seconda metà dell’Ottocento. Bobby, un cucciolo di Skye Terrier di pochi mesi, venne assegnato all’agente Jock Gray per diventare un cane poliziotto. Quella che sembrava un’impresa impossibile, giorno dopo giorno, diventò realtà e Bobby crebbe sano e forte, facendo il suo dovere accanto a Jock tra i vicoli più malfamati della città e nelle zone di Grassmarket e di Cattle Market, frequentate da criminali e delinquenti. Fra uomo e cane nacque una forte intesa e Bobby rimase sempre fedele al suo adorato amico anche dopo la sua morte, avvenuta per una grave malattia due anni dopo il loro incontro. Il piccolo Terrier gli restò vicino per altri quattordici anni, accovacciandosi sul tumolo di terra sotto il quale Jock è sepolto nel cimitero di Greyfriars. Senza il suo padrone, decadde alla condizione di randagio, ma ben presto divenne il beniamino degli abitanti del quartiere che fecero di tutto per salvarlo da una nuova legge contro i cani. Una commovente storia di amore e di amicizia realmente accaduta, sullo sfondo di una Edimburgo colta nel passaggio da borgo medievale a città industriale, tra le suggestioni di antiche leggende scozzesi.

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