Milano / Malpensa
Sono affetto da autismo
- 08/01/2013 - 10:48
- Marcallo
Un convegno, il primo a Marcallo, dedicato interamente all’analisi e al comportamento del bambino autistico. Noi tutti, quando si accenna a questo disturbo, faticosamente riconosciuto come tale, immaginiamo un bambino privo di emozioni, solitario e taciturno, che a stento risponde agli imput del mondo esterno... ma forse non sappiamo che con un buon metodo la comunicazione con un soggetto autistico risulterà ancora più interessante di una consueta e scontata conversazione con un “normale”. Una grande lente, quella utilizzata dal noto psicologo e dirigente dell’Istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone, professor Lucio Moderato, che, durante l’occasione, ne ha (metaforicamente parlando), distribuite a tutti i partecipanti. Alla domanda, quella più frequente, sulla definizione di “autismo”, il dottor Moderato precisa che si tratta di “disturbo e non di malattia e che proprio per questa peculiare differenza non potrà mai guarire totalmente”. Alcuna somministrazione di farmaci, quindi, sarà in grado di stabilizzare la patologia, benchè il solo affetto, accompagnato dalla famiglia, sostenuto così da insegnanti e educatori, incideranno concretamente sulla salute del soggetto autistico. Una vera e sensazionale orchestra, quella di cui fanno parte più figure, tutte indispensabili per la riuscita del percorso terapeutico personalizzato. “Quello che chiedo alla mia equipe è un lavoro costante con un programma diverso per ciascuno dei nostri ragazzi da rispettare giornalmente e costantemente, che non ammette “stop” o stand-by, come la necessità di stabilità di un bambino affetto da autismo, alla ricerca di continuità nelle relazioni, nelle abitudini, in tutto ciò che vive e che lo circonda. Un disturbo pervasivo, che interessa più aree cerebrali, dove ben 7 geni sono coinvolti nell’incrocio che genera l’autismo. Lo strumento che utilizza lo specialista sono gli occhi, che gli consentono di percepire meglio una condizione, l’una sempre diversa dall’altra. Essenziale e logico il paragone che vede due contenitori, di cui uno a damigiana, corrispondente al soggetto autistico; stessa misura, ma con la diversa soluzione di trasferimento di informazioni, dove per la damigiana non sarà obbligatorio un flusso esagerato di messaggi, ma un delicato versamento di lezioni, diluite quotidiamente col medesimo dosaggio". Il dirigente dell’istituto Sacra Famiglia recupera dalla sua libreria d’esperienze una delle innumerevoli cartelle cliniche dove, osservando la data di nascita di un paziente (1978), rimane sorpreso dopo i due punti della diagnosi: autismo infantile. Ma come? Oramai è un uomo e non c’è stato alcun aggiornamento in merito? Questo si riscontra perchè non solo non si aggiorna la situazione, ma perchè non si attribuisce la giusta definizione al dato anagrafico. Un giorno, invece, due bambini autistici mentre giocavano insieme, uno dei due uccide una farfalla e quasi d’istinto l’altro comincia a piangere disperatamente, senza riuscire a smettere. Questa reazione dimostra il fatto che sono impotenti, fragili, rispettosi a persone, cose, animali, verso i quali non farebbero mai del male, a rigore del fatto che in proposito, il professore di psicologia evolutiva di Madrid, Angel Rivière, vi ha dedicato una relazione in cui lui stesso finge di essere autistico: “Se mi arrabbio mi faccio del male, distruggo o mi agito eccessivamente, quando ho difficoltà a capire o a fare quello che mi stai chiedendo i miei atti non sono rivolti contro di te. Faccio già fatica a capire le intenzioni degli altri, non mi attribuirei cattive intenzioni!” Approdando, invece, a un fatto agghiacciante avvenuto il 15 dicembre scorso a Newtown, in Connecticut, in cui un giovane ha sterminato la sua famiglia a colpi di fucile e ucciso piccoli angeli nel luogo dove la sicurezza dovrebbe trovarsi a primo posto, a scuola, il dottor Moderato precisa che non si sia trattato di una mente affetta da autismo, senz’altro da disturbi psichici, ma non da quello autistico. La sua furia omicida è stata riconosciuta dal mondo intero, così come per le sue condizioni psichiche, ma forse ci siamo dimenticati delle lezioni di caccia impartitigli dalla madre, “collezionista” di armi non tenute sotto chiave. La prfessoressa Liana Baroni, presidente di A.N.G.S.A onlus (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici), ha stilato un comunicato stampa, in cui riporta chiare e indiscutibili affermazioni a riguardo della strage americana: “Teniamo a precisare che le persone definite con autismo in Italia sono completamente diversi da Adam Lanza, autore del massacro, e non sarebbero in grado, neppure volendo, di attuare una simile strage” e poi un appello voluto a nome di tutta l’associazione “chiediamo alla stampa di fare maggiore attenzione, anche e soprattutto nei titoli, alla realtà dei fatti e al parere degli esperti, per evitare che si diffonda lo stigma a carico di persone come quelle con autismo o con sindromi di Asperger, che già sono gravate da enormi problemi relazionali”. Righe forti, che si battono per distinguere disturbi d’un tipo ad altri di segno opposto, così come per la pura definizione tra disturbo e malattia, tra cui esiste un abisso.
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