Milano / Malpensa
I pendolari perdono... l'autobus
- 03/11/2012 - 16:12
- Territorio
Si sta scatenando una vera e propria guerra tra i pendolari della nostra zona e gli autisti della Movibus: ma, a dire la verità, non è davvero colpa dei poveri dipendenti della società di trasporti se i viaggiatori di alcuni paesi sono stati sistematicamente... lasciati a piedi. Veniamo ai fatti: da qualche tempo, gli utenti Movibus, e in particolare quelli che usufruiscono delle tratte autostradali in direzione Milano, lamentano il fatto che gli autisti non effettuino fermate ad autobus al completo. Ovvero, se i posti a sedere sul mezzo sono esauriti, i viaggiatori non vengono fatti comunque salire e sostare in piedi nelle zone libere dell'autobus, ma semplicemente non vengono ammessi sul mezzo. Le porte rimangono chiuse, le fermate non vengono effettuate, e molti pendolari sono costretti ad aspettare fino a quando, finalmente, non passa un autobus che abbia posti a sedere disponibili. E l'attesa può arrivare ad essere importante, soprattutto per chi sale alle ultime fermate di una tratta. I commenti, dal vivo e sui social network, si sprecano. Ma gli autisti non hanno colpa di tutto ciò: la questione nasce da una disposizione provinciale pubblicata lo scorso aprile, ma che ha iniziato ad essere fatta rispettare solo di recente, che prevede che i mezzi pubblici non trasportino viaggiatori in piedi nelle tratte extraurbane e autostradali, per questioni di sicurezza. La Provincia comanda, Movibus risponde. Peccato che lo faccia nel modo sbagliato: invece di risolvere la questione nella maniera più semplice e logica possibile, ovvero aumentando le corse nelle tratte interessate da questo fenomeno di sovraffollamento dei mezzi, decide di lavarsene le mani della questione. E anche di non tutelare i propri autisti, che vengono lasciati soli a far fronte alle lamentele, più che giuste anche se dirette alle persone sbagliate, dei pendolari. Siamo sicuri che, comunque, molti viaggiatori si stiano già rivolgendo al customer care di Movibus per lamentare la situazione e l'invito è a farlo, per chi non abbia già provveduto. Vedremo se lo scontento degli utenti riuscirà a cambiare la situazione.
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