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domenica 28 luglio 2024 | ore 04:19

Le nostre vacanze in... crisi

I numeri e i dati di Federalberghi sono lo specchio della situazione attuale nella nostra Penisola. Ben 6 italiani su 10, infatti, rimarranno a casa durante il periodo estivo.
Attualità - Vancanze in 'crisi' (Foto internet)

"A memoria statistica non si era mai visto un calo così generalizzato e devastante di uno dei settori che potrebbe, se opportunamente supportato, rappresentare il primo volano per la ripresa economica del Paese". Le parole di Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, sottolineano appieno quella che è la situazione sul turismo oggi in Italia. Numeri e cifre che fanno riflettere, perché 6 italiani su 10 rimarranno a casa durante i mesi estivi e chi, invece, si muoverà sarà attorno ai 27 milioni tra maggiorenni e minorenni (rispetto ai 33,2 dell'anno scorso), pari al 44,7% della popolazione (55% nel 2011). E con flessioni su: giugno da 8,4 milioni del 2011 a circa 6,6 (-21,5%) di adesso, luglio da 12,5 milioni a 10,9 (-13%), agosto da 21,9 milioni a 15,4 (-29,5%); infine, settembre da 5 milioni a 3,6 (-27,7%), compresi quanti hanno fatto più vacanze. "Tra coloro che hanno già fatto o stanno per fare le ferie - prosegue Bocca - il 76,6% sceglie l'Italia (rispetto al 77,7 dello scorso anno), mentre solamente il 18,5% preferisce l'estero (21,4% nel 2011)". Ma se andiamo ad analizzare più nello specifico le singole situazioni, risulta come chi non farà vacanza per motivi economici è ben il 51,6% (nei 12 mesi precedenti si era arrivati al 42,8%), portando 3 italiani su 10 a dichiarare la propria 'poverta turistica'. "Il segnale è inequivocabile - conclude il presidente di Federalberghi - La crisi, dopo avere falciadiato la classe medio - bassa, ora sta colpendo il ceto medio, che nel nostro paese ha sempre costituito la struttura portante del sistema dei consumi. Servono mezzi e misure per il nostro turismo: un Ministero apposito con portafoglio, la riapertura dei 'buoni vacanza' destinati essenzialmente ai meno abbienti, una rivoluzione nella Governance del settore con restituzione allo Stato di alcune competenze, un'intelligente ristrutturazione dell'Enit - Agenzia del Turismo, combinati con la revisione ed il riesame di leggi quali quelle che hanno introdotto l'imposta di soggiorno o limitato l'uso del denaro contante, potrebbero essere i primi punti all'ordine del giorno presi in considerazione dal Governo, se non vogliamo correre il rischio di fallimento e di chiusura di centinaia di imprese, con il conseguente licenziamento di migliaia di lavoratori".

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