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martedì 26 novembre 2024 | ore 20:13

Il Parco Castello che non ti aspetti

Curiosità e informazioni utili sugli “abitanti” del Parco. Conosciamo meglio uno dei luoghi più caratteristici e particolari del nostro territorio.
scoiattolo parco castello.jpg

Il Parco Castello di Legnano, parte del più esteso Parco Mulini, è col Parco Alto Milanese uno dei pochi polmoni verdi rimasti nel nostro territorio. Nonostante la sua grande popolarità e frequentazione, ci sono diversi aspetti e problematiche che i più non conoscono e che l’ecobiologo Maurizio Finocchiaro, frequentatore da molti anni del parco, ci illustra. Molti di voi avranno notato un gran numero di scoiattoli di colorazione grigiastra presenti ormai da tempo; ma non è stato sempre così. I più attenti ricorderanno che il parco in passato era popolato esclusivamente dallo scoiattolo “rosso europeo”, purtroppo diminuito sempre più fino a scomparire del tutto; la causa è proprio la presenza dell’altra specie di scoiattolo, il “grigio americano” che, oltre a poter trasmettere una “peste” letale per il nostro, ha maggiore facilità di riproduzione e maggiore aggressività, per cui occupa i migliori siti adatti alla riproduzione. Rilevante anche il problema creato dalla presenza delle tartarughe dette dalle “orecchie rosse” immesse negli anni scorsi a centinaia nel bacino lacustre del parco dai proprietari che, a causa soprattutto delle feci altamente maleodoranti, se ne sono liberati soprattutto nel periodo delle ferie estive. Questo rettile, tra l'altro capace di riprodursi nella nostra area, ha causato diversi problemi all’ecosistema del parco, come la naturale predazione di pesci, avannotti e uova; a differenza di altri predatori come il luccio, che “cacciando” solo esemplari più lenti, deboli o malati di un branco, non causa danni all’ecosistema, ma, anzi, rinforza la specie predata favorendo la riproduzione degli individui più forti, mentre una predazione sulle uova non può attuare tale selezione naturale, ma solo diminuire drasticamente il numero dei discendenti delle specie predate. Oltre questi aspetti negativi, fortunatamente ve ne è anche uno positivo: questa specie nutrendosi, inoltre, di cadaveri animali contribuisce a evitare il diffondersi di gravi malattie quali il “botulino”, che potrebbero colpire gli uccelli acquatici. Per quanto riguarda la somministrazione di cibo agli animali, soprattutto ai pesci, è da preferire il pane secco che risulta maggiormente digeribile, in quanto assimilato più facilmente rispetto a quello fresco che può produrre qualche inconveniente per la ritardata fermentazione nel loro apparato digerente. In questo luogo sono, ancora, presenti colonie di oche selvatiche, il cui comportamento è attentamente osservato e studiato tanto che ad oggi l’oca è seconda solo al cane riguardo alla conoscenza del suo comportamento e delle sue abitudini. Vi è, infine, da segnalare la diffusione negli ultimi tempi di alcuni esemplari di volpe, come è stato dimostrato dal rinvenimento di alcuni nidi senza uova, oltre che di carcasse di oche morte, che presentano inconfondibili segni di predominio del furbo felino. Alla luce di quanto sin qui detto, è evidente come il Parco Castello sia una realtà in continua evoluzione, con un delicato, anche se fragile, equilibrio naturale; ci auguriamo ovviamente che tale area possa continuare a donarci splendide giornate all’insegna di natura, sport e divertimento, immersi nel verde e lontani dal caos e dallo smog quotidiano.

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