Milano / Malpensa
Venere davanti al Sole
- 06/06/2012 - 16:54
- Territorio
“È stata un’emozione forte osservare il transito di Venere davanti al nostro Sole, stamattina all’alba dalle 5.36 fino alle 6.55, l'ultimo della nostra vita (probabilmente) in quanto il prossimo si ripeterà l'11 dicembre del 2117, ovvero tra più di 105 anni” ci dice il presidente della Fondazione Osservatorio Astronomico di Tradate, Roberto Crippa. Dieci astronomi di FOAM13 hanno interrotto il lavoro notturno alle 3 di notte per recarsi in visita alla Stazione Astronomica di Sozzago diretta dal prof. Federico Manzini, anche responsabile scientifico di FOAM13; all’osservatorio di Tradate la fascia arborea del circostante Parco Pineta impediva infatti di osservare il fenomeno, mentre da Sozzago, in provincia di Novara, l’orizzonte della Pianura Padana sarebbe stato completamente libero. E’ stato comunque un azzardo, perché sarebbero bastate poche nuvole all’orizzonte per vanificare gli sforzi. In realtà il Sole ha fatto capolino dalle nubi solo alle 5.51 e subito è stata scattata la prima immagine della nostra stella con il pianeta Venere già in transito sul disco solare a fianco della torre dell’acquedotto di Cerano a più di 3 km dal luogo di osservazione. Dopo qualche minuto il Sole è completamento uscito dalle nuvole ed è stato possibile osservare il transito di Venere fino al termine, alle 6.55. Proiettato sul disco solare, Venere ha un diametro apparente di circa 1’ (ovvero 1/60 di grado) e risulta quindi appena visibile ad occhio nudo, quindi per meglio seguire il fenomeno del transito, occorrono binocoli o telescopi. A disposizione degli osservatori erano due binocoli, per le osservazioni visuali, e tre telescopi per gli studi scientifici; tutti erano forniti di filtro solare specifico: mai osservare la nostra stella con uno strumento ottico di qualsiasi tipo senza schermare le ottiche! A questi strumenti erano applicate camere fotografiche digitali per sequenze fotografiche. Un telescopio speciale è però stato utilizzato “all’antica”, con una tecnica che proiettava la luce proveniente dall’oculare su uno schermo, per evidenziare le macchie solari e contemporaneamente Venere che appariva come una macchia tonda scurissima; questo pianeta è gemello della Terra per dimensioni, eppure appariva ben piccolo proiettato sul disco solare. In realtà ci vogliono più di 100 pianeti Terra per riempire solo il diametro del nostro Sole. Durante le ultime fasi del transito, è stato veramente spettacolare l’effetto a goccia chiamato black drop; la presenza di atmosfera su Venere venne considerata la causa di questo fenomeno per molto tempo, ma studi recenti hanno dimostrato che si tratta di un effetto ottico causato dall’allargamento dell'immagine di Venere dovuta alla turbolenza atmosferica o alle imperfezioni del mezzo ottico di osservazione. Nel passato i transiti di Venere sul Sole erano importanti per determinare la dimensione del Sistema Solare, tramite il metodo della parallasse. Questo sistema prevede l'osservazione del fenomeno in varie parti della Terra lontane tra loro e la misurazione della piccola differenza temporale osservata nei momenti iniziali e terminali del transito. Per mezzo di questa e di una opportuna triangolazione, si poteva determinare in modo assolutamente preciso la distanza di Venere dal Sole. Fra i transiti più famosi del passato va ricordato quello del 3 giugno 1769 che permise al capitano Cook di allontanarsi in nave verso sudest circumnavigando il globo terrestre: fu a seguito di questa spedizione che si scoprì l’Australia, fino ad allora sconosciuta. Oggi questi dati sono ben conosciuti, ma lo spettacolo della natura sarà sempre assicurato, lasciando senza parole chiunque lo osservi.
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