Il trionfo del SI alla consultazione referendaria del 12 – 13 giugno rappresenta l’energia positiva del Popolo Italiano che si appropria della Costituzione che lo vuole attivo, responsabile e quindi “sovrano”. “Eravamo sudditi, stiamo diventando cittadini”, come è stato scritto in diversi editoriali di oggi. La leadership di Berlusconi è al tramonto; attraverso il voto amministrativo di maggio ed ora il no alla privatizzazione dell’acqua, al nucleare ed al legittimo impedimento, una schiacciante maggioranza di italiani manda a dire in modo inequivocabile che il Governo è finito. Mentre suggerisce al PdL che è tempo di cambiare leadership e di trasformarsi in un vero partito. Dopo questi risultati elettorali, infatti, se già lo fosse, un vero partito chiederebbe al suo leader di togliere il disturbo per salvare la ditta. Ma nel PdL non si scorgono sostituti pronti ed una organizzazione di partito in grado di cambiare democraticamente il proprio capo. La transizione del PdL non sarà quindi né rapida né lineare. D’altra parte le alleanze delle amministrative e del referendum, pur riconoscendo il protagonismo della società civile - disegnano un nodo politico che pone il Partito Democratico al centro con due alleati ai lati: Vendola e Di Pietro da una parte e Casini dall’altra. Questa alleanza deve governare l’Italia per un lungo periodo cinque anni! Da ultimo, notiamo come i rozzi e roboanti slogan della Lega Nord non facciano più presa sull’elettorato: non lo fanno più perché dopo molti anni ormai al Governo dello Stato ‘romano’, la Lega Nord non ha saputo tradurre questi annunci in atti concreti. L’elettorato della Lega sta dicendo a Bossi: “Basta con Berlusconi”. Come si comporterà la dirigenza lo staremo a vedere, per intanto sappiamo che Lega e leghisti son stufi di “prendere sberle” per difendere l’indifendibile capo del governo dall’impunità assoluta.

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