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domenica 29 dicembre 2024 | ore 16:07

La raccolta delle castagne

Considerate per secoli il cibo dei poveri e minacciate a lungo dallo spopolamento delle terre alte e dalla diffusione di un insetto che ne distruggeva foglie e piante, le castagne sembrano aver ritrovato nuova linfa sul nostro territorio come sulle nostre tavole.
Sapori - Castagne

Considerate per secoli il cibo dei poveri e minacciate a lungo dallo spopolamento delle terre alte e dalla diffusione di un insetto che ne distruggeva foglie e piante, le castagne sembrano aver ritrovato nuova linfa sul nostro territorio come sulle nostre tavole.

Un rilancio che, superate le tradizionali modalità di consumo (mondine, ballotte e caldarroste), ha portato anche i migliori chef a utilizzare questi frutti, o la loro farina, in apprezzatissime ricette gourmet.

QUANDO E DOVE SI POSSONO RACCOGLIERE LE CASTAGNE

Scientificamente non un frutto secco ma un achenio contenuto all’interno di un riccio, le castagne nascono dal castagno, una pianta di origine mediterranea dal grande fusto e dalla chioma ramificata che può raggiungere i 30 metri di altezza. Rintracciabili nei boschi compresi fra l’altitudine collinare e i 1.200 metri, possono essere raccolte fra settembre e novembre quando quelle già mature tendono a cadere dalla pianta, generalmente con il loro guscio.

Quanto alle modalità di raccolta, si raccomanda di utilizzare un abbigliamento adeguato (pantaloni lunghi antizecche, scarponcini da trekking, guanti protettivi), di riporle in un cestino di vimini o un sacco di juta per garantirne una corretta traspirazione, come pure di prestare attenzione alle norme locali che ne regolano la quantità massima consentita (solitamente 2kg. al giorno).

Una “caccia” che nella nostra regione può dare grandi soddisfazioni: in coincidenza dell’autunno le valli lombarde si riempiono di castagne grandi, dolci e saporite pronte a essere lessate in pentola o abbrustolite sulla fiamma per le caldarroste e a diventare protagoniste di tante ricette fantasiose, dall’antipasto al dolce.

Legandoli ai diversi punti panoramici di ogni territorio, andiamo a vedere quali sono i luoghi migliori dove trovare e raccogliere le castagne in Lombardia.

PARCO REGIONALE DEL CAMPO DEI FIORI (VA)

Destinazione fra le più frequentate della provincia di Varese, i boschi del Parco Regionale del Campo dei Fiori, accessibili dal paesino di Cerro, sono un luogo ideale per raccogliere castagne, grazie alla presenza di sentieri facilmente praticabili che si addentrano dolcemente nei boschi. Qui l’unica avvertenza è quella di fare attenzione ai cartelli: nei punti dove si pratica la castanicoltura la raccolta è giustamente vietata.

Altra località non trascurabile è il Parco Pineta di Appiano Gentile e Tradate che, esteso su una vasta area fra la provincia di Varese e quella di Como, dà anche modo di conoscere una zona interessante dal punto di vista faunistico.

Qui, dopo la raccolta, è impensabile lasciare il territorio senza concedersi una puntata rigenerante ai Pizzoni di Laveno, le 3 vette rocciose che si aprono sul Lago Maggiore, e delle montagne circostanti. Partendo dal parcheggio di Vararo (frazione di Cittiglio) con circa un’ora di cammino e un dislivello di 300 metri, dopo aver attraversato una prima parte di bosco, gli escursionisti più esperti potranno raggiungere la cresta rocciosa: la fatica sarà ampiamente ricompensata da una vista clamorosa.

I BOSCHI DELLA VALLE INTELVI (CO)

Altra meta irrinunciabile quando si parla di raccolta di castagne in Lombardia, sono i boschi della Valle d’Intelvi incastonati fra il Lago di Como e il confine con la Svizzera, compresi fra i comuni di Casasco Intelvi e San Fedele Intelvi. Qui i colori degli alberi e della terra d’autunno sono più intensi che mai e il silenzio è interrotto solo dai campanacci delle mucche: un luogo silenzioso e distensivo che dà modo di abbinare la nostra “battuta di caccia” a gradevolissime passeggiate nella natura.

Fra queste, uno dei percorsi più emozionanti è quello che porta al Monte Crocione, meraviglioso balcone panoramico della provincia di Como. Alla via più conosciuta che sale dall’Alpe di Colonno da località Croce si potrà anche preferire un trekking più lungo e impegnativo ma meno battuto e molto attraente. Il premio che vi aspetta in cima è una vista aerea ampissima che sovrasta il Lago di Como da nord a sud racchiudendo in un abbraccio tutte le vette che lo circondano.

MARONE E LE PIRAMIDI DI ZONE (BS)

Graziosa località molto ricca di castagneti e funghi a pochi chilometri da Brescia e dal Lago d’Iseo, Marone si trova nei pressi di Zone (con cui condivide la stazione ferroviaria) a formare un’area meritevole di una visita già solo per ammirarne i colori con cui il paesaggio si tinge durante l’autunno.

Meta di appassionati escursionisti in cerca dei frutti di stagione, questa porzione di terra lombarda è tuttavia famosa soprattutto per la bellezza prepotente delle sue piramidi di terra, guglie rocciose alte ben 30 metri e tutt’ora in fase di evoluzione, che testimoniano la presenza di un antico ghiacciaio e dell’azione erosiva delle acque.

Vagamente somiglianti ai canyon americani, le Piramidi di Zone sono raggiungibili attraverso un agevole sentiero di un’oretta che, immerso nel verde, passa intorno all’area delle piramidi, fino a giungere al lato opposto della vallata. Dalla vallata di Zone si gode di uno splendido punto panoramico, che comprende la vista del Lago d’Iseo e di tutta la zona circostante.

I BOSCHI DI ALBENZA (BG)

Punteggiati di castagni, i Boschi di Albenza nella zona di Almenno San Bartolomeo rappresentano il miglior punto di raccolta della provincia di Bergamo, sebbene in tutta l’area non manchino certo né boschi né castagneti. Rinomate per i generosi raccolti, anche il colle della Maresana, la baita Pratolina nel comune di Pradalunga, spesso teatro di manifestazioni dedicate alla castagna, come pure il bosco di Castagneta a pochi passi da Bergamo, meta ideale per chi non vuole allontanarsi troppo dalla città.

Ciò che tuttavia rende i Boschi di Albenza un luogo di particolare interesse, oltre alle castagne, è l’opportunità di associarvi una visita alla Rotonda di San Tomé, piccolo gioiello dell’architettura romanica, fra le rarissime chiese a pianta circolare esistenti. Un edificio di incredibile suggestione le cui mura racchiudono in sé un segreto, fatto di corrispondenze astronomiche, simbolismo cosmico e sorprendenti giochi di luce.

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