Milano / Malpensa
8 marzo: non solo mimose
Non solo mimose. Tra i lombardi che per la ricorrenza dell’8 marzo regalano fiori, c’è anche chi opta per scelte meno tradizionali. È quanto emerge da una rilevazione di Coldiretti Lombardia tra i florovivaisti associati.
Sebbene la mimosa rimanga la preferita nella stragrande maggioranza dei casi – precisa la Coldiretti regionale – c’è anche una minoranza che predilige “variazioni sul tema”: dalle rose alle primule, dalle calle alle margherite, dagli anemoni ai primi tulipani fino a viole e girasoli. Se in generale – prosegue la Coldiretti Lombardia – si cerca di rimanere sulle tonalità del giallo, per le rose il colore preferito è il rosso, mentre per gli anemoni si scelgono diverse colorazioni.
Secondo una rilevazione on line della Coldiretti oltre quattro italiani su 10 (44%) regaleranno una mimosa o un fiore in occasione dell’8 marzo, con una netta maggioranza rispetto a quanti preferiranno dolci o cioccolatini (14%), mentre un 42% non donerà nulla.
Complessivamente – spiega la Coldiretti – sono circa 1,5 milioni di chili le mimose, l’equivalente di 15 milioni di mazzetti da 100 grammi l’uno, che saranno destinate in Italia al mercato interno in occasione della festa che ricorda la forza e il ruolo femminile nel mondo. I prezzi– sottolinea Coldiretti – vanno dai 5 ai 10 euro per i rametti più piccoli, per salire fino ai 20 euro e oltre per i mazzi più grandi o per le piante in vaso.
Per evitare di cadere nelle trappole del mercato e non alimentare l’abusivismo – ricorda la Coldiretti – è meglio evitare venditori improvvisati e preferire l’acquisto, se possibile, direttamente dai produttori, ricordando che acquistando fiori italiani si sostengono le imprese, l’occupazione, il territorio.
Per conservare al meglio i rametti di mimosa con i loro fiori gialli – consiglia la Coldiretti – è bene tagliare quanto prima gli steli, che devono rimanere per due ore in acqua pulita e inacidita con due gocce di limone. Vanno quindi collocati in penombra e mantenuti in ambiente fresco e umido perché – afferma la Coldiretti – la mimosa rilascia molta acqua attraverso la traspirazione e bisogna evitare che la perdita di liquidi faccia seccare rapidamente il fiore.
Quest’anno – conclude la Coldiretti – la produzione nazionale di mimosa, che si concentra per oltre il 90% nella provincia di Imperia in Liguria, è stata fortemente condizionata dalle bizze del tempo: a un inverno bollente, che ha portato a una fioritura già nella prima metà di gennaio, si è sommata l’ultima ondata di maltempo che ha causato problemi alle piante tardive, anche se complessivamente la produzione è stata su livelli soddisfacenti. A tutto ciò si aggiunge l’esplosione dei costi di produzione che pesa sui bilanci aziendali.
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