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venerdì 02 agosto 2024 | ore 20:12

Andar per funghi in Lombardia

Nelle pianure, nei boschi, nelle ceppaie lungo i fiumi, nelle pinete silvestri e nei rilievi prealpini della Lombardia trovare i funghi è abbastanza facile.
Territorio - Funghi (Foto internet)

Nelle pianure, nei boschi, nelle ceppaie lungo i fiumi, nelle pinete silvestri e nei rilievi prealpini della Lombardia trovare i funghi è abbastanza facile: chiodini, prataioli, ovuli, gallinacci, pioppini sono abbastanza comuni e con un po’ di fortuna è possibile tornare a casa con un paniere colmo. Più difficile, ma anche molto più soddisfacente, è trovare lui, il re dei funghi: il porcino. Innanzitutto, perché non cresce ovunque, né in tutte le stagioni e neppure sempre, ma solo in certe condizioni. Poi perché… si nasconde bene o addirittura, appare all’improvviso, proprio dove avevamo cercato poco prima! Questo perché, per crescere, impiega generalmente qualche ora, raggiungendo anche notevoli dimensioni.

La buona stella non basta, ma sappiate che in alcune aree lombarde la presenza dei Boleti Eduli è più diffusa e sarà più facile trovare questi prelibati protagonisti della nostra cucina regionale. Abbiamo selezionato per voi tre mete per raccogliere i porcini in Lombardia… infallibili! Ma prima di segnalarvele, ecco qualche utilissima informazione di base.

Qualche notizia sul porcino
La specie tipo del fungo porcino è il Boletus Edulis e a questo genere ne appartengono almeno 300. Questi i più comuni in Lombardia: il porcino nero, il più pregiato e apprezzato, robusto e appariscente; l’estivo con cappella screpolata e diffuso in tutta Italia; il bruno, dall’aspetto delicato, ideale per l’essicazione, diffuso nelle pinete con terreno sabbioso; il bovindo, gradito ai bovini; l’elegante, con anello bianco e cappello giallo lucente, che ama i larici di Alpi e Appennini settentrionali; il granuloso, dal cappello color ruggine, diffuso nei boschi di conifere e latifoglie.

I consigli degli esperti per la raccolta
La presenza di porcini è influenzata dal tempo che c’è stato in primavera ed estate, in particolare dall’abbondanza di piogge e caldo. I periodi migliore per raccoglierlo sono due: tarda primavera ma soprattutto settembre-ottobre, quando iniziano le piogge autunnali. Perché senza pioggia, i porcini non crescono. Ogni bosco, a partire dai 700 metri fino ai 1300 di altitudine, può essere un luogo privilegiato per la nascita dei porcini, ma questi funghi hanno gusti precisi: preferiscono conifere e latifoglie e in particolare il terreno alla base di querce, castagni, faggi.

Meglio quindi indossare scarponcini e calzoni lunghi, per evitare scivolate, punture d’insetti o morsi di vipere. Il porcino va estratto con delicatezza dal terreno, torcendolo leggermente e tirandolo verso l’alto. Va poi pulito con un coltellino e riposto a testa in giù in un canestro, perché le spore fungine possano cadere e ripopolare la zona (proibite, letteralmente, le buste di plastica). Non raccogliete mai tutti gli esemplari, lasciate qualcuno perché maturi e produca le spore per generare altri funghi.

Permessi e periodi di raccolta: cosa dice la legge
È importante sapere che ogni zona ha la propria regolamentazione in materia: è quindi importante informarsi sulle disposizioni locali. Le regole della Regione Lombardia stabiliscono che la raccolta è gratuita sull’intero territorio regionale. Ma per tutelare la biodiversità e l’ambiente, molti comuni delle Comunità Montane di Val Camonica, Brembana, Seriana, Sebino bresciano, Scalve, Oltrepò Pavese e gli enti gestori del Parco del Ticino e del Parco Pineta possono richiedere contributi (un tesserino giornaliero, settimanale, mensile o annuale). In generale, la quantità massima di funghi che può essere raccolta per legge, in peso, è pari a 3 kg, salvo ordinanze territoriali differenti. Massima attenzione infine alla commestibilità dei funghi raccolti! Verificate sempre che non siano a rischio: per questo, gli Ispettorati micologici delle ATS offrono un servizio gratuito e vitale.

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