Milano / Malpensa
Le ostetriche dell'ASST Valle Olona si raccontano
- 03/05/2023 - 11:49
- Salute
- Territorio
Il 5 maggio ricorre la Giornata Internazionale dell’Ostetrica, che ricorda e celebra la Confederazione Internazionale Ostetriche (ICM), ideata per la prima volta nel 1991.
Da più di 30 anni questa ricorrenza coinvolge oltre 50 nazioni in tutto il mondo; il claim di questa edizione è ‘Together again: from evidence to reality’. Il ruolo dell’ostetrica, come sottolineato dalla FNOPO (Federazione Nazionale Ordini della Professione Ostetrica) è di fondamentale importanza, sia in termini di assistenza territoriale, sia come garanzia di una migliore salute delle donne, dei nascituri e anche delle famiglie.
L’OMS ha individuato il miglioramento della qualità della vita di mamma e bambino come uno degli obiettivi sanitari a livello mondiale; un’appropriata assistenza ostetrica in gravi-danza identifica le donne che richiedono un’assistenza medico-specialistica.
Le linee guida della ‘gravidanza fisiologica’ però, raccomandano che alle donne con gravi-danza fisiologica venga offerto il modello assistenziale basato sulla presa in carico da par-te dell’ostetrica.
L’obiettivo è ridurre la medicalizzazione del percorso nascita, che interferisce con le com-petenze materne e con l’esperienza della gravidanza e del parto comportando effetti ne-gativi sulle capacità genitoriali (WHO, 2018).
Per celebrare questa Giornata Internazionale, le professioniste dei reparti di Ostetricia e Ginecologia dell’ASST Valle Olona hanno risposto ad alcune domande.
D. In Italia, le future mamme tendono a rivolgersi unicamente, come interlocutore, al proprio ginecologo, senza comprendere che anche il supporto ostetrico è molto importan-te. Si tratta di una questione puramente "culturale"? E come si può cambiare questa ten-denza?
R. Siamo abbastanza convinte che sia una questione culturale purtroppo, perché la figura dell'ostetrica non è ancora conosciuta per quanto concerne le sue molteplici competenze supportate da formazione universitaria e continui corsi di aggiornamento. In più non ab-biamo la possibilità di esercitare in combo libera professione intramoenia e attività ospe-daliera da dipendente nel rispetto del principio di trasparenza.
D. Qual è il ruolo dell'ostetrica e come viene assistita una futura mamma durante il tra-vaglio?
R. L'ostetrica aiuta e supporta la mamma durante il viaggio più straordinario della sua vi-ta: quello che la porta a incontrare suo figlio, accompagnandola in mezzo ad un mare pieno di onde, rincuorandola, facendole sentire che non è sola. Potenziamo la salute e abbiamo fiducia nella fisiologia della nascita.
D. Qual è la cosa che più vi piace del vostro lavoro e quella che invece vi pesa di più?
R. Il nostro è un lavoro dove si ‘toglie’ per aggiungere! Dobbiamo fare spazio per riempi-re, dobbiamo svuotare per accogliere, dobbiamo fare buio per aspettare la luce, dobbia-mo fare silenzio per metterci in ascolto, dobbiamo stare ferme per lasciare fare. Questa è l'incredibile magia della nascita, di una madre e di un figlio.
D. Un episodio che vi ha cambiato la vita lavorativa (in meglio)?
R. Il nostro essere diventate mamme ha dato un valore aggiunto al nostro ‘essere e sen-tire’ da ostetriche.
D. Cosa vi sentite di dire ad una giovane che desidera assumere questo ruolo?
R. Essere un'ostetrica significa creare un legame di estrema fiducia con le donne, rispet-tando la loro personalità, accogliendo le loro richieste, personalizzando il proprio agito su misura, rispetto alla persona che si ha di fronte. Siamo fortunate perché il nostro ruolo ci permette di creare un legamene intimo ed esclusivo: possiamo toccare, accarezzare, sor-reggere, massaggiare, danzare con e per le donne. Infine, siamo fortunate anche perché le nostre famiglie accolgono questo nostro ruolo e, vedendo quanto siamo felici e motiva-te, accettano anche quei piccoli disagi che conseguono al non essere sempre presenti a Natale, ai compleanni, durante la notte.
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