Va bene che Messi è uno, se non il miglior giocatore del mondo. Nessun dubbio su questo. Va meno bene, però e forse, il fatto che sia stato proprio lui a vincere il Pallone d'oro. E non perché non ne avesse le qualità o le caratteristiche per riceverlo, bensì perché, quest'anno, di sicuro c'erano giocatori che più di lui l'avrebbero meritato. Magari non per le capacità e lo spettacolo che, ogni volta che scende in campo, è capace di regalarci, ma, sicuramente, per i risultati ottenuti, in campo nazionale, internazionale e mondiale. Il finale, però, è un altro: ossia Messi è, di nuovo e per la seconda volta consecutiva, il trionfatore, nonché il miglior calciatore del 2010. Batte tutti e tutto il giovane talento argentino, persino due suoi compagni nel Barcellona, Iniesta e Xavi, che, alla vigilia, sembravano essere in pole position per il prestigioso riconoscimento. E poco importa se gli ultimi due hanno vinto la Liga Spagnola e, soprattutto, il Campionato del Mondo. Chi ha scelto ha deciso per Messi, in quella che da molti è stata definita la sua stagione più deludente da quando è in Europa. Al quarto posto, ormai, comunque, rassegnato alla sconfitta, ecco Sneijder, trascinatore indiscusso della passata stagione dell'Inter, culminata con il tanto citato 'triplete' (campionato di serie A, Coppa Italia e Champions League, alle quali si sono aggiunte, negli ultimi mesi, la Supercoppa Italiana e il Mondiale per Club). E se a sorpresa ha vinto l'argentino, un'altra sorpresa (anche se meno marcata) è arrivata dal premio al miglior allenatore: non Del Bosque, tecnico della Spagna mondiale e, fino a qualche giorno tra i principali candidati al trionfo finale, ma Mourinho (l'artefice del successo nerazzurro), oggi in panchina al Real Madrid. Tanta Spagna, si diceva, invece la Spagna è rimasta 'a bocca asciutta' per quello che è, già, stato ribattezzato, da molti, come il Pallone d'oro e delle polemiche...

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