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Via Francisca e siti Unesco

Da qualche anno a questa parte l’Italia sta (ri)scoprendo la passione per il trekking. Sempre più appassionati della camminata si mettono, infatti, alla prova.
Exponiamoci - Camminata (Foto d'archivio)

Da qualche anno a questa parte l’Italia sta (ri)scoprendo la passione per il trekking. Sempre più appassionati della camminata si mettono alla prova su percorsi di più giorni, ed il nostro territorio ne è testimone in prima persona. Chi cerca un percorso lungo, infatti, non può che confrontarsi con le antiche vie di pellegrinaggio, che di natura nascevano come itinerari da percorrere a piedi fino ad una meta precisa. E tra di esse, proprio la Via Francisca del Lucomagno attraversa il nostro territorio, sulla direttrice Busto-Abbiategrasso, e ha tra le sue tappe fondamentali una sosta a Castelletto di Cuggiono. Quest’itinerario, di origine longobarda, parte dal lago di Costanza, in Svizzera, e giunge a Pavia (antica capitale del regno longobardo), per poi ricongiungersi ad un’altra via di pellegrinaggio, la Via Francigena, che giunge alla tappa finale di Roma. La riscoperta della via Francisca (nel nostro territorio testimoniata dai tanti piccoli cartelli verdi che ne indicano il percorso) ha catalizzato l’attenzione non solo degli appassionati di camminata, ma anche delle associazioni dei territori in cui passa. In particolare, un progetto che coinvolge, oltre ad alcuni paesi del varesotto, anche il Fondo Ambiente Italiano (FAI), è risultato tra i 14 vincitori dei finanziamenti regionali per i cosiddetti PIC, Piani Integrati della Cultura. Queste sovvenzioni premiano progetti che puntino a valorizzare il patrimonio culturale locale ed organizzare eventi che ne diffondano la conoscenza, “per favorire processi di valorizzazione dei territori che coinvolgano anche l’ambiente”. Nel nostro caso, il progetto ‘Siti Unesco e Via Francisca’, finanziato per un totale di 675mila euro, punterà a valorizzare l’immenso patrimonio culturale del varesotto (il territorio conta ben tre siti patrimonio Unesco, tra cui il Sacro Monte), entro cui appunto corre la Via Francisca. Come sottolineato da Paolo Sartorio (presidente della Comunità montana del Piambello, ente capofila del progetto) l’obiettivo finale del PIC sarà “integrare le attività della cultura, in modo che queste possano arrivare a fare economia in una dimensione dove possano collaborare pubblico e privato”. Tra le iniziative previste, una stretta collaborazione con le scuole locali che permetta anche ai più giovani di conoscere il territorio, ma anche molti eventi (in presenza e webinar) e veri e propri interventi strutturali ed infrastrutturali sui punti di interesse locali (Museo Butti di Viggiù, il Museo di Clivio e il Monastero di Torba). Un’ottima opportunità di sviluppo per le comunità a noi vicine, che di sicuro si riverserà a cascata anche sul nostro territorio se, come si spera, il richiamo della meta porterà il viandante della prealpi varesine fino alla nostra valle del Ticino.

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