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sabato 23 novembre 2024 | ore 00:29

Le due facce di Milano

Dopo il derby: il Milan ride, all'Inter non resta che piangere
Sport - Il Milan ride, l'Inter piange (Foto internet)

E' vero che siamo solo alla prima parte della stagione e che, quindi, un meno 6 in classifica è recuperabilissimo, ma è altrettanto vero che così, molto probabilmente, non si va da nessuna parte. La sconfitta nel derby per l'Inter non significa solo avere perso una delle partite più importanti della stagione, bensì vuol dire uscire da San Siro con il morale a pezzi. E non solo per l'1 - 0 subito, quanto, invece, per la convinzione, come se ce ne fosse bisogno dopo le prime gare dell'anno, che i nerazzurri sono una squadra vuota, o meglio, svuotata. Niente motivazioni, niente grinta, niente carattere e, ciò che è preoccupante anche niente idee e gioco. Tolto, infatti, il solito Eto'o, che, però, da solo non può continuare a 'tirare il carro', e, in alcune occasioni, Lucio, dove sono gli altri? Dov'è Sneijder, serio candidato alla vittoria finale del Pallone d'Oro? Dov'è Milito, il 'Principe', re assoluto della passata stagione? E dove sono Pandev, il capitano Zanetti o i giovani di talento (così ce li avevano presentati) Biabiany e Coutinho? "Troppi infortuni", si continua a ripetere alla Pinetina. Certo, ma questo non può e non deve essere assolutamente una scusante. Così non si può continuare... siamo stanchi di vedere sempre la solita storia e di soffrire come quando, qualche anno fa, "non si vinceva mai...". Infine, l'ultima riflessione è per Rafa Benitez: tecnico di caratura internazionale (su questo non c'è dubbio), però, ad oggi, inadeguato, forse, per guidare una squadra che punta al tetto del mondo. Idee troppo confuse, anche per lui, ed un gioco che, sinceramente, fino ad ora, non si è visto. Avrà bisogno di tempo? Può anche darsi, ma una società come l'Inter (soprattutto dopo lo scorso anno), non può permettersi di aspettare. Tra qualche settimana c'è il Campionato del Mondo per club: l'ennesima prova del '9'. E, poi, c'è la società: fa bene Massimo Moratti a dire che così non va, ma, contemporaneamente, dovrebbe farsi un esame anche lui. Nessun acquisto in estate, quando tutte le altre si sono rafforzate... Detto questo veniamo al Milan: non è stata solo la vittoria nel derby, ma tutto un susseguirsi di partite a far dire ed a farci dire, almeno per ora, che i rossoneri sono davvero i seri candidati al titolo finale. Bene contro i cugini nerazzurri, molto bene in altre occasioni precedenti. L'ex di turno 'Ibra', là davanti, è micidiale: fa reparto da solo e quando si mette in testa che tocca a lui risolvere il match, allora non ce n'è per nessuno. Ieri sera (domenica 14 novembre), i rossoneri hanno fatto la partita perfetta. Non un errore (se non si tiene conto dell'espulsione di Abate), non un momento di difficoltà e non una sbavatura. Ibra su tutti, anche nel derby, ma grande prestazione di un ritrovato Seedorf, di un sempre essenziale Gattuso, Ambrosini e Pirlo, così come sopra la sufficienza la prova di Robinho, capace di svariare su tutto il fronte d'attacco senza dare punti di riferimento alla retroguardia nerazzurra. Poi Nesta e Thiago Silva, baluardi importanti. "Il diavolo è tornato", gridano i tifosi. Chissà che non abbiano ragione...

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