Milano / Malpensa
"Il mio cortile..."
- 01/07/2021 - 14:05
- Trucioli di storia
E' una bella giornata. Dopo tanto tempo chiusa in casa mi viene voglia di uscire. Prendo il mio bastone, chiamo un’amica ‘giovane’ come me ed insieme andiamo a farci una passeggiata. Mentre camminiamo e discutiamo inevitabilmente dei nostri acciacchi passiamo davanti ad un cortile, non è un cortile qualunque era il cortile dove abbiamo passato la nostra infanzia. Ci fermiamo e guardiamo quanto è cambiato, certo in meglio, le case sono state tutte ristrutturate, ogni proprietario tiene al meglio il suo piccolo spazio di verde esterno, porte e finestre nuovissime. Ma proprio quelle porte ci fanno riflettere: sono chiuse e si sente un assordante silenzio nel cortile. Quando da bambine ci abitavamo le case di certo non erano così belle, qualcuna non aveva nemmeno il bagno all’interno ma a noi sembrava di abitare in un castello. Noi bambini eravamo sempre fuori all’aperto a giocare tutti insieme, estate e inverno, maschi e femmine, grandi e piccoli, bastava un semplice gioco ed eravamo contenti. Facevamo sempre un grande chiasso, urla e schiamazzi non mancavano e i nostri genitori sentendoli erano tranquilli, sapevano che eravamo lì fuori. Le porte delle case erano sempre aperte si andava e veniva dalle case altrui come se fossero le proprie, nessuno aveva nulla da nascondere, su e giù dai vari ballatoi che sempre avevano il bucato steso. Se una mamma doveva assentarsi per qualche commissione bastava che dal cortile urlasse: io vado in paese! e i propri figli venivano sicuramente custoditi da qualche altra mamma o nonna. C’era sempre qualcuno disponibile a darci un’occhiata. La merenda era sempre condivisa, si portava fuori quel che c’era e ognuno mangiava non badando da quale casa proveniva il cibo. Così era anche per le piccole faccende che toccavano a noi bambini si facevano le proprie ma se avanzava tempo si aiutava il compagno perchè le terminasse in modo da poter cominciare a giocare il prima possibile. Mi ricordo il dispiacere di quando qualcuno che ormai poteva permettersi di costruire una casa tutta per sé si trasferiva. Non nascondo che quando è toccato a me, più volte sono scappata per riandare a giocare in quel vecchio cortile, non mi piaceva la solitudine della mia casa nuova. Era bellissima ma non c’erano i miei amici in cortile.
Quel cortile era per povera gente ma a pensarci oggi eravamo gente materialmente povera ma umanamente molto più ricca dei ricchi. (Nonna Giovanna)
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