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venerdì 22 novembre 2024 | ore 06:43

'Le dissonanze'

Un coro polifonico composto da 8 elementi, 4 ragazze e 4 ragazzi, accompagnati da pianista e organista, specializzati nell'accompagnamento musicale della cerimonia nuziale.
Buscate - Le Dissonanze

Nel marasma di notizie tutte uguali che si susseguono sul coronavirus, vogliamo portare alla vostra attenzione anche delle storie belle, diverse, originali. Delle realtà del nostro territorio, che cercano di creare e mettere in circolo bellezza.
Come “Le dissonanze”, un coro polifonico composto da 8 elementi, 4 ragazze e 4 ragazzi, accompagnati da pianista e organista, specializzati nell'accompagnamento musicale della cerimonia nuziale. Il tutto è cominciato nel 2016, quando i primi quattro componenti si conobbero, frequentando il corpo Musicale Santa Cecilia di Buscate come semplici musicanti.

“La volontà comune di dar vita a qualcosa di veramente nostro, ci spinse in poco tempo a organizzarci in un quartetto per musica da camera – ci racconta Davide Barni, uno dei fondatori - Alcuni amici e parenti prossimi al matrimonio videro in noi un grande affiatamento e subito capimmo che avremmo potuto animare la loro cerimonia portando alla luce il nostro operato. In poco tempo raccogliemmo un ragguardevole numero di richieste tramite passaparola e, tentando nei primi mesi diverse formazioni, siamo giunti a quella attuale composta da 8 giovani tra i 29 e i 35 anni, accomunati sì dalla passione per la musica, ma soprattutto da legami sentimentali e rapporti umani”.

Come mai il nome “Le Dissonanze”?
“Quando eravamo ancora un quartetto da camera, l’ex parroco di Inveruno Don Erminio Burbello ci suggerì di studiare il quartetto K465 “delle Dissonanze” di Wolfgang Amadeus Mozart. In segno di riconoscimento per quest'uomo di fede e per omaggiare un autore di musica classica a noi molto caro, quando si è presentata la necessità di dare un nome al gruppo, non ci sono stati dubbi”.

Di cosa vi occupate principalmente?
“Fondamentalmente la nostra attività consiste nell’accompagnare le cerimonie nuziali con musiche e canti, ma ci siamo impegnati anche nell’animazione di alcune messe, tra cui quelle dedicate a Santa Cecilia (patrona della musica), e di alcuni momenti di meditazione musicale. Per quest'anno avevamo in progetto due serate dedicate alla via Crucis e una messa di Pasqua, ma in seguito alla recente epidemia di coronavirus abbiamo dovuto fermarli”.

Che musica suonate principalmente?
“Brani che spaziano dai grandi classici di fine Seicento fino alla musica contemporanea, passando da Mozart, Vivaldi, Handel, Palestrina, Perosi ai più recenti Balduzzi, Casucci, Sequeri con le raccolte Gen Rosso e Gen Verde. Abbiamo un occhio di riguardo per la musica di Mons. Marco Frisina, in quanto particolarmente adatta alla nostra formazione. Per quanto riguarda la formazione strumentale, eseguiamo brani classici come il canone di Pachelbel o la corale 147 di Bach, ma abbiamo adattato anche musica più recente come l’Halleluja di Leonard Cohen o Perfect di Ed Sheeran per l’ingresso dello sposo o per il momento delle firme, momenti spesso trascurati. Il nostro repertorio conta circa 100 brani di ogni genere, ma è in continua espansione perché ogni richiesta da parte degli sposi è per noi motivo di accrescimento musicale”.

Adesso che i matrimoni sono sospesi per ordinanza ministeriale, state portando avanti qualche iniziativa in parallelo sui social per tenere compagnia ai vostri fan?
“Abbiamo voluto veicolare un messaggio positivo ai nostri follower, manifestando l’importante rapporto umano tra di noi, con una serie di scatti fotografici “casalinghi” che hanno preceduto la pubblicazione del quintetto “La vita è bella” di Nicola Piovani, visualizzabile sia sulla nostra pagina Facebook “Le dissonanze”, sia sul nuovo canale YouTube che stiamo costruendo”.

Che canzoni/musica/album suggerite ai vostri lettori da ascoltare in quarantena?
“Seppur ci chiamiamo “Le Dissonanze”, la vastità del nostro repertorio conferma che ogni musica contestualizzata nel suo momento storico non è mai una nota stonata e chissà quanti nuovi brani verranno composti in questo periodo di quarantena. A oggi però, la musica migliore da ascoltare è quella che non abbiamo mai avuto tempo di sentire: quella della nostra anima!”.

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