Milano / Malpensa
La riscoperta della Fede
- 13/09/2019 - 08:04
- Cuggiono
Tre giovani che hanno deciso di affidare la loro vita al Signore. Una scelta fortemente controcorrente nella società attuale, ma che non ha scoraggiato alcuni ragazzi cuggionesi. Prima Chiara Carnago dalle Benedettine adoratrici di Mectilde de Bar, poi Simone Garavaglia al noviziato domenicano a Milano e, da questo fine settimana, il 24enne Leonardo Gualdoni al Seminario Diocesano di Venegono Inferiore. “La nostra epoca si contraddistingue per alcuni stili di vita, che nascono da un certo pensiero diffuso (e dominante) e che segnano e determinano le scelte ed il modo di vivere delle persone. Potremmo elencare alcuni tra i capisaldi salienti di questo pensiero: il rapporto con Dio, con le realtà ultime ed eterne, col trascendente... non viene in genere negato, ma piuttosto non c’è un interesse verso il soprannaturale - spiega il parroco don Angelo Sgobbi - Quando un giovane in qualche modo volta le spalle a tutto questo, scegliendo di interessarsi a Dio ed al rapporto col suo mistero trascendente, quando vuole impegnarsi in una scelta di vita donata a Dio ed agli altri in modo totalizzante, fedele e definitivo, quando predilige la sostanza anziché la forma, quando coltiva il silenzio e l’interiorità, quel giovane provoca una reazione immediata che talvolta è perfino virulenta; la sua scelta non sarà molto comprensibile, perché esce dagli schemi mentali e sociali”. Per Leonardo Gualdoni la vocazione è arrivata dopo anni di oratorio, musica, esperienze. “Per ora posso guardarmi indietro e riuscire a vedere ciò che è trascorso negli ultimi anni; mi hanno portato a guardare fuori dall’unica realtà di Cuggiono che prima vivevo in oratorio. Grazie alle attività proposte dalla Diocesi di Milano per i giovani, ho iniziato a coltivare relazioni davvero belle e profonde che hanno contemporaneamente contribuito alla mia crescita spirituale. Soprattutto con la Comunità delle Sorelle del Signore (Saronno) - ragazze e donne consacrate che vivono assieme e comunque mantengono la dimensione professionale nel mondo - ho da subito ricevuto un’accoglienza davvero speciale. Credo fermamente che, nel futuro che ci aspetta, il ruolo del sacerdote debba per forza essere inteso come colui che aiuta la comunità a crescere e si metta al servizio per tutti i fratelli e le sorelle, i quali, proprio da lui, devono riconoscere il volto del Padre che è Amore”. Abbiamo chiesto al parroco don Angelo come si possa riscoprire una vocazione nei giovani, che sia di matrimonio o di affidamento a Dio, e la risposta è stata semplice ma non scontata: “Preghiamo - dice - basta rimanere intensamente in relazione con il Signore”. Leonardo ci affida un ultimo pensiero: “Se trovi dei testimoni credibili che ti fanno conoscere il Signore che è Padre, allora si inizia a conoscere il suo Amore per ogni uomo e donna sulla faccia della Terra. Per ciascuno”.
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