Milano / Malpensa
Cambiamo Arconate: "Il Comune chiede 2 milioni di risarcimento"
In questi giorni, sulla richiesta di risarcimento danni avanzata dal Comune di Arconate nei confronti dell’ex sindaco Mario Mantovani, si è letto di tutto. In particolare, secondo un consigliere del gruppo di minoranza, la richiesta sarebbe esagerata, dal momento che Mantovani, nei 13 anni in cui è stato sindaco, avrebbe realizzato tante opere pubbliche per il paese. Si rimane esterrefatti di fronte ad analisi tanto superficiali. Se da un lato comprendiamo la difesa ideologica della minoranza, dall’altro ci corre l’obbligo di ricordare i fatti. E di ricordarli, prima di tutto, perché in gioco ci sono gli interessi di un’intera comunità.
1. Il Comune di Arconate non ha chiesto di essere parte civile al processo contro l’ex sindaco Mantovani. Il Comune si è costituito parte civile dopo che la Procura della Repubblica di Milano ha stabilito che Arconate era parte lesa, cioè che gli arconatesi sono stati danneggiati dalle azioni dell’ex sindaco;
2. Il racconto da ‘Libro Cuore’ dell’opposizione dipinge l’ex sindaco alla stregua di un santo e un benefattore. La realtà è però un po’ diversa: Mario Mantovani è un imputato per corruzione, concussione, turbativa e abuso d’ufficio. E la Procura di Milano ha appena chiesto per l’ex sindaco una condanna a 7 anni e 6 mesi di carcere. Aspettiamo la sentenza, naturalmente. Ma i benefattori e i santi, di solito, hanno un altro curriculum;
3. La richiesta di risarcimento si articola su due fronti. Il primo: Mantovani, da sindaco, avrebbe agevolato una società a lui riconducibile allo scopo di costruire una casa di riposo privata. Per farlo Mantovani, sempre nel ruolo di sindaco, avrebbe predisposto un piano per mettere all’asta il terreno comunale di via Silvio Pellico a prezzi da saldo. Un’operazione che, secondo i magistrati inquirenti, avrebbe generato un illecito guadagno per il privato e un danno per tutti i cittadini di Arconate. Da ciò la richiesta di 1 milione di euro di danni. Il secondo: il nome di Arconate è stato macchiato dalle vicende giudiziarie di un sindaco che, secondo l’accusa, ha agito per interessi personali e contro quelli collettivi. Da ciò un altro danno morale quantificabile in 1 milione di euro. In totale, 2 milioni di euro. Il Comune di Arconate ritiene che sia sacrosanto risarcire la collettività in caso di condanna;
4. L’opposizione sostiene che la richiesta danni avrebbe dovuto essere formulata, al limite, dopo una sentenza di condanna. Ma qui ci tocca ricordare all’opposizione che la legge stabilisce esattamente il contrario: se il Comune vuole essere risarcito, tale risarcimento deve per forza essere chiesto prima. Non sappiamo se l’opposizione ignori la legge oppure se faccia finta di non conoscere le norme vigenti;
5. La richiesta di risarcimento sarebbe stata superiore, se uno dei capi d’imputazione (la compravendita di palazzo Taverna) non fosse caduto in prescrizione. Ed è un peccato, perché su quella oscura vicenda non sapremo mai la verità. Curioso notare come Mantovani, che aveva ripetutamente detto di volere un accertamento giudiziario e aveva pure detto che avrebbe rinunciato alla prescrizione del reato, abbia poi cambiato idea in Tribunale. L’ex sindaco ha cioè preferito incassare la prescrizione, piuttosto che consentire ai giudici l’accertamento della verità;
6. Il fatto che un sindaco abbia realizzato, con i soldi dei cittadini, alcune opere pubbliche, non lo autorizza certo, come sostengono i magistrati, a farsi gli affari suoi, a coltivare interessi privati e ad abusare della sua carica. Se i consiglieri d’opposizione pensano questo, consiglieremo loro un buon libro sull’etica pubblica e sui fondamenti di una democrazia;
7. Ci permettiamo di far notare che alcune opere realizzate durante l’era Mantovani – tra cui un inutile e costoso cunicolo ‘tecnologico’ sotto la piazza – furono un autentico spreco di soldi pubblici;
8. Oggi i cittadini di Arconate sanno una cosa in più: se alle prossime elezioni vincerà la lista Mantovani, il Comune rinuncerà a chiedere i danni all’ex sindaco e ritirerà la costituzione di parte civile al processo. Un’informazione di cui gli elettori dovranno tenere conto.
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