Il Torneo Avvenire è ormai alle porte, sabato 9 e domenica 10 giugno il weekend dedicato alle qualificazioni, mentre lunedì 11 giugno inizieranno i tabelloni principali. Saranno circa 250 i ragazzi che scenderanno sui campi in terra del Tennis Club Ambrosiano con la speranza di essere i successori di Alejo Lingua Lavallen e Darja Vidmanova vincitori della passata stagione. E mentre al TCA di via Feltre 33 si completano gli ultimi preparativi, un'ondata di Avvenire arriva dal Roland Garros. Era il 2003 quando nella finale del torneo meneghino incrociarono le racchette due quattordicenni nati solo cinque giorni di distanza uno dall'altro. Uno argentino, l'altro croato. I loro nomi erano Juan Martin Del Potro e Marin Cilic. "Rimasi subito sorpreso dalla completezza di quei due ragazzini - racconta il presidente del Tennis Club Ambrosiano Filippo Grassia, all'epoca a capo del CONI Milano - giocavano già in modo moderno prendendosi tutti i rischi necessari senza accontentarsi di gestire il punto. Per certi versi si somigliavano, erano entrambi tremendi da fondo campo. Quella è stata sicuramente la partita più bella che ho potuto vedere al Torneo Avvenire”. Per entrambi quella finale è stata il punto di partenza di due splendide carriere. Un cammino ricco di successi che li ha portati nella top ten del tennis mondiale con Cilic attualmente quarto e Del Potro sesto. Anche il palmares parla chiaro, 22 tornei vinti dall'argentino tra cui un'incredibile finale degli US Open nel 2009 contro un Federer che sembrava imbattibile, US Open presente anche nella bacheca di Cilic grazie al successo su Nishikori nel 2014. 17 i titoli complessivi del croato con anche due altre due finali dello Slam a Wimbledon e agli Australian Open. A 15 anni esatti dalla finale dell'Avvenire i due campioni si sono ritrovati di fronte, sempre sulla terra rossa, stavolta del Roland Garros, con in palio l'accesso alle semifinali parigine. Il risultato è stato lo stesso, Juan Martin Del Potro l’ha spuntata in 4 set e può continuare la caccia al secondo Slam in carriera, tra lui e la finalissima c’è ora un ostacolo di nome Rafael Nadal.

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