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domenica 24 novembre 2024 | ore 10:50

Stefano e Giulio... oggi sposi

Il grande giorno, lo scorso 30 aprile ad Inveruno. A celebrare le nozze il sindaco Sara Bettinelli. La coppia sta insieme da 11 anni e si era già sposata a New York.
Storie - Stefano e Giulio il giorno del loro matrimonio

Stefano e Giulio, oggi sposi! Sì, a Inveruno lo scorso 30 aprile si è tenuta la prima unione civile omosessuale celebrata dopo l’approvazione della legge Cirinnà proprio dal sindaco Sara Bettinelli nella Limonaia di Villa Tanzi: Stefano, cresciuto a Inveruno, docente di Moda all’Ipsia Marcora e imprenditore, e Giulio, avvocato e inverunese d’adozione, hanno coronato il loro sogno d’amore anche in Italia. Sì, perché i due si erano già sposati tre anni fa a New York: “Io e Giulio ci siamo conosciuti ad una festa di amici a Milano e siamo insieme da 11 anni – racconta Stefano - Il 30 aprile del 2014 abbiamo deciso di sposarci a New York, ma poterlo fare in Italia nel mio paese è stato ufficializzare per lo Stato in cui viviamo la nostra unione, anche per i fini legali e civili. Ci siamo sposati domenica 30 aprile – stessa data di tre anni fa – e ha officiato il sindaco Sara Bettinelli, una cosa che mi ha reso particolarmente felice perché é una mia compagna delle scuole Elementari e conosco benissimo la sua attenzione verso la tematica: colgo l’occasione per ringraziarla per il bellissimo discorso che ha tenuto in occasione della cerimonia. La festa è poi proseguita a casa nostra, dove abbiamo ricevuto amici e parenti con un buffet tipicamente di campagna”. “Il loro matrimonio è stato un momento bellissimo, di grande positività e speranza per il futuro – commenta il primo cittadino inverunese – E anche un’occasione di arricchimento per la comunità. Sono particolarmente felice di averlo officiato anche perché è stata la prima unione civile omosessuale del Castanese, e di questo sono molto fiera”. Un importante passo avanti questo, per la storia di Stefano e Giulio e per il Paese: “Il riconoscimento delle unioni civili in Italia é stato un passaggio fondamentale per abbandonare il retaggio di una mentalità vecchia e fortemente limitante delle libertà di una persona. Vedere affermato il diritto di vedersi riconosciuti come unità familiare rimuove uno degli scalini di inciviltà che caratterizzavano il nostro Paese. È ora che si comprenda che limitare la capacità di autodeterminazione, il libero arbitrio e il sentimento delle persone è sempre un errore e che solo volgendo la propria direzione verso il riconoscimento dei diritti fondamentali potremo dirci veramente un Paese moderno”.

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