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giovedì 21 novembre 2024 | ore 10:48

"Lavoriamo con le protesi oculari"

Un mestiere curioso, che forse pochi immaginano, è quello della produzione di protesi oculari. A spiegarci la storia e le procedure è Valentina Porro, responsabile delle pubbliche relazioni della Dalpasso, ditta più importante a livello europeo.
Attualità - Al lavoro con le protesi oculari

Un mestiere curioso, che forse pochi immaginano, è quello della produzione di protesi oculari. A spiegarci la storia e le procedure è Valentina Porro, responsabile delle pubbliche relazioni della Dalpasso, ditta più importante a livello europeo.

Siete l'azienda più importante a livello europeo per le protesi oculari. Come nasce? A quando risale l'inserimento della prima protesi oculare?
Alla fine del secondo conflitto mondiale, su invito di alcuni medici dell’Università di Milano ed anche a causa del grande numero di traumatizzati per ferite di guerra, Curzio Dalpasso decise di iniziare la produzione e l’applicazione di protesi oculari in resina acrilica, un materiale allora poco conosciuto. Già nei primi anni ’50 aprì un piccolo laboratorio nel centro di Reggio Emilia con l’aiuto della giovane fidanzata Paola Firenzuoli che sposò pochi anni più tardi e che divenne sua collaboratrice anche nell’attività. I due coniugi furono tra i primi in Italia a produrre ed applicare protesi oculari in resina. In pochi anni i Laboratori Dalpasso diventarono sinonimo di protesi oculari su misura e punto di riferimento per i pazienti che non si accontentavano più della vecchia protesi in vetro o della forma standardizzata.

Di che materiale sono costituite le protesi?
Le protesi oculari di nostra produzione sono composte di PMMA, un preparato conosciuto anche con il nome di “resina acrilica”, totalmente inerte ed anallergico, utilizzato anche nella chirurgia ortopedica e vascolare grazie alla sua biocompatibilità con i tessuti umani.

Con quali colori vengono poi disegnate?
Le nostre protesi oculari sono dipinte a mano utilizzando pigmenti atossici di origine vegetale perfettamente compatibili con i tessuti umani. In ogni caso il colore è ricoperto da uno strato di resina trasparente che dopo la polimerizzazione assume una consistenza simile al vetro pur rimanendo infrangibile.

Che differenza c'è tra protesi in vetro e protesi in resina?
Il vetro è un materiale ormai obsoleto. Il liquido lacrimale può corroderlo, intaccarlo, può rompersi facilmente, è intollerabile per i tessuti umani, può esplodere ad elevate altitudini, non può essere lavorato a differenza della resina che può continuamente essere lucidata e modellata. La resina non può essere intaccata dal liquido lacrimale, è infrangibile, anallergica, atossica e può durare molto nel tempo dato l’elevato grado di lavorabilità. Abbiamo pazienti, infatti, che portano la stessa protesi per parecchi anni, senza lamentare alcun fastidio.

Si possono considerare artisti i professionisti che creano le potesi?
Può darsi, sicuramente i protesisti sono dei tecnici professionisti che conoscono nozioni di ottica inerenti la cavità anoftalmica ed i suoi annessi, l’anatomia dell’occhio, le patologie oculari, ma anche l’ambito odontotecnico, dovendo costruire le protesi per mezzo di stampi in gesso, resine bianche e trasparenti, utilizzando svariati tipi di frese che vengono usate anche dagli odontotecnici.

Perché il paziente, che ne ha necessità, arriva a scegliere di mettere le protesi?
Un paziente arriva ad applicare una protesi oculare per motivi estetici, funzionali e psicologici. Lo scopo dell’applicazione protesica non è solo la copertura o la sostituzione del bulbo ma anche la mobilità della protesi e la conservazione della funzionalità palpebrale e più in generale il ripristino di una condizione psicologica adeguata dopo il trauma della menomazione. L’applicazione protesica è concepita per ottenere questi risultati nel tempo, contrastando la perdita di elasticità dei tessuti dovuta all’invecchiamento.

Come avviene la procedura?
Utilizziamo il metodo con cera per modelli e non quello con l’impronta in silicone perché è una tecnica ormai obsoleta. La mappatura precisa della cavità anoftalmica che si ottiene con l’impronta, infatti, è inutile se non addirittura controproducente perché una protesi così fatta non sfrutterebbe l’elasticità dei tessuti indispensabile per i suoi movimenti. La nostra tecnica prevede diverse fasi, dal modello in cera, alla lucidatura definitiva, dopodiché si procede alla disinfezione e decontaminazione della protesi finita.

Quanto tempo deve trascorrere dopo la rilevazione dei parametri della cavità anoftalmica per applicare la protesi oculare?
L’applicazione protesica avviene in un solo giorno ed il paziente si trattiene nei nostri centri solo 2 o 3 ore al mattino e 2 o 3 ore al pomeriggio e può rientrare a casa entro sera.

Può esserci un rigetto?
Il materiale protesico da noi utilizzato è totalmente inerte, per cui non può dare origine ad alcun tipo di allergia o rigetto.

Possono esserci pazienti ai quali è sconsigliato l'inserimento della protesi? Ci sono delle controindicazioni?
Non ci sono controindicazioni, anzi, è importante applicare la protesi oculare ed evitare che il paziente rimanga senza, altrimenti i tessuti cavitari potrebbero contrarsi ed essere soggetti ad infezioni per la maggiore esposizione agli agenti esterni.

L’applicazione è dolorosa?
L’applicazione protesica non è dolorosa e viene eseguita senza anestesia, tuttavia può essere avvertito per breve tempo un senso di fastidio durante la fase iniziale o quando la protesi ha subito modifiche sostanziali della forma.

Come si effettua la manutenzione della protesi?
E’ consigliabile rimuovere la protesi almeno una volta alla settimana per eseguire la pulizia accurata della cavità ed ogni volta che viene richiesto dal medico oculista. E’ buona norma effettuare la pulizia della protesi al mattino e alla sera con prodotti specifici, senza rimuoverla dalla cavità. Una manutenzione scorretta o assente può provocare irritazione dei tessuti, scarsa tollerabilità e rischio di infezione.

Qual è il costo dell’applicazione?
Tutte le applicazioni eseguite nelle nostre sedi, esclusi i controlli periodici, sono totalmente a carico del S.S.N. per gli aventi diritto.

Qual è l’uso quotidiano della protesi e quali sono le limitazioni?
La protesi deve rimanere applicata per tutta la giornata ed anche durante il sonno (tranne la protesi a guscio che deve essere rimossa prima di dormire) e può essere utilizzata senza limitazioni nella vita quotidiana. E’ possibile guidare, truccarsi, praticare attività sportive e subacquee seppure con cautela ed alcune limitazioni.

Quando una persona arriva a perdere un occhio?
Le cause possono essere svariate, ci sono quelle patologiche (in primis le neoplasie e le patologie congenite in cui i neonati nascono con anoftalmo o microftalmo congenito) oppure quelle accidentali (incidenti domestici, di gioco, incidenti stradali o infortuni sul lavoro).

Psicologicamente, per il paziente, possono nascere dei problemi?
L’aspetto psicologico è preponderante. In una società odierna come la nostra in cui si dà molta importanza all’estetica, lo sguardo è la prima cosa che si incontra ed è sicuramente importante applicare una protesi oculare ben fatta. L’aspetto funzionale purtroppo non può essere recuperato, ma almeno quello estetico può essere migliorato.

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