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domenica 28 luglio 2024 | ore 02:25

Milan e Fiorentina, tutto all'ultima

La Juve festeggia lo scudetto, Il Napoli il secondo posto; mentre il terzo si decide all'ultima giornata ed anche per l'Europa League. Retrocesse Palermo, Siena e Pescara.
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Termina per 1 a 1 la festa scudetto della JUVENTUS davanti ai propri tifosi, contro il CAGLIARI. Partono meglio i sardi, che si affidano alla qualità di Conti, spesso in posizione di regista offensivo, per costruire le trame di attacco con rapidi fraseggi a servire la fisicità di Pinilla e la velocità dell’imprendibile Ibarbo, devastante in campo aperto. E’ proprio lui che dopo pochi minuti porta i suoi in vantaggio: parte dalla sua metà campo in velocità, salta in dribbling Marchisio e Barzagli, per poi concludere di destro per l’1 a 0. La Juve è comunque viva, con l’inesauribile Vidal, vero polmone e faro del centrocampo, che smista un gran numero di palloni, con i pericoli che vengono creati soprattutto sugli esterni, in particolar modo a sinistra, dove la coppia Marchisio-Giaccherini produce diverse interessanti giocate con temibili uno contro uno e precisi assist per i compagni. Prima pericolosa azione ad opera di Giovinco, che tenta la giocata personale in area, con la palla che arriva poi sui piedi di Giaccherini, che di sinistro alza alto sopra la traversa. Quest’ultimo, serve poi sul movimento Marchisio, che calcia con potenza un destro troppo centrale per Agazzi che blocca in presa, con Vidal e Matri imprecisi o appena fuori tempo su alcuni cross e con Giovinco che colpisce anche una clamorosa traversa su punizione, a fronte di un Cagliari che quando può, non rinuncia a contrattaccare. Il secondo tempo, vede la Juve tentare ad ogni modo di arrivare al pari e di vincere la partita con l’ingresso di Vucinic, prezioso con il suo gran movimento in area, il cambio di marcia di Vidal, che attacca costantemente da mezz’ala pura sulla destra e le solite giocate sulla fascia di Giaccherini e di Isla. Quasi immediato il pari, al primo vero affondo della ripresa, con Marchisio, che da sinistra, crossa sul secondo palo, dove Vidal rimette di nuovo in mezzo di testa, con Vucinic pronto ad insaccare sottoporta l’1 a 1. Da qui la Juve schiaccia il Cagliari, costringendolo a colpire quasi unicamente di rimessa con la velocità di Ibarbo, con i sardi che rischiano su alcuni tentativi di Vidal, Vucinic, Marchisio e Quagliarella, per il pari finale.
Finisce per 1 a 0 la sfida tra CATANIA e PESCARA. Partita viva tra due squadre che non hanno più nulla da chiedere al campionato. Per i siciliani è Lodi a stazionare sulla linea mediana e a dare manforte alla linea arretrata, con Izco e Almiron, che senza compiti difensivi, attaccano con continuità gli spazi, dando sostegno al grande urto offensivo del tridente Bergessio-Gomez-Barrientos, quest’ultimo particolarmente ispirato, che ha la prima occasione in area, ove è abile a liberarsi di tre difensori, per poi divorarsi, a pochi metri dalla porta l’1 a 0. Il Pescara, dal canto suo, non ha nessuna intenzione di fare da vittima sacrificale e non rinuncia ad attaccare, con la buona spinta dai terzini Zanon e soprattutto Capuano, che mette diverse palle a cercare la testa di Sforzini e la rapidità sulla trequarti di Bjarnason, che con le sue improvvise accelerazioni, crea non pochi grattacapi alla retroguardia avversaria, saltando l’uomo e aprendo spazi per gli inserimenti dei compagni, con Sfrozini, a creare la più pericolosa azione, con un destro dal limite di poco alto,con il Catania che va spesso più vicino alle rete, con Barrientos,Gomez ed Almiron. La ripresa vede un Pescara sempre volitivo, scontrarsi però contro una difesa che stringe notevolmente le maglie, senza concedere quasi nulla, piegandosi al talento e alla superiorità degli etnei, con gli scatenati uomini del tridente, che trovano subito la rete, con Gomez, che su assist di Bergessio, insacca di sinistro, avendo almeno altre tre pericolose occasioni, sventate da un attento Perin, insieme a diversi tentativi scaturiti spesso da straripanti azioni corali della squadra, a fronte di un solo pericoloso sinistro di Sforzini, per la meritata vittoria etnea.
Termina per 1 a 0 la sfida tra FIORENTINA e PALERMO. Partita come da pronostico, controllata dai viola, con Pizarro e Valero che girano rapidamente il pallone, trovando corridoi geniali e imbucate per i compagni, con Cuadrado vero e proprio motore inarrestabile sulla destra, con precisi cross a raffica e dribbling ubriacanti, con Jovetic e Mati Fernandez che si costruiscono spesso lo spazio per il tiro o la giocata sulla trequarti, cercando il terminale offensivo Toni. Prima occasione per il montenegrino, con un bel destro a giro disinnescato da Sorrentino e poi un cross di Cuadrado che trova la testa di Toni, che alza però sopra la traversa. Il Palermo è comunque vivo e non avendo nulla da perdere, attacca con molti uomini, trovando spazi soprattutto a sinistra con le discese di Garcia che va spesso sul fondo, e sulla trequarti, dove Dybala e Hernandez impensieriscono in più occasioni la retroguardia gigliata con rapidi scambi e uno-due. Buone occasioni per Kurtic, che va due volte al tiro, anche se la bravura di Viviano e l’opposizione della difesa limitano i pericoli. La viola, sul finire di tempo, aumenta notevolmente la pressione, con la rete che è nell’aria e si concretizza grazie al geniale corridoio visto da Valero, che serve Cuadrado nello spazio, con il colombiano che va al cross teso, che trova la deviazione vincente di Toni per l’1 a 0, con Hernandez che tenta di rispondere per gli ospiti, il cui sinistro a giro si spegne però a lato. La ripresa vede una Fiorentina giocare sul velluto, con un Cuadrado straripante, con Toni che sfiora la rete in più occasioni e con il neo entrato Romulo, che negli ultimi minuti si rende pericoloso con alcune iniziative, a fronte di un Palermo che prova la carta dell’ingresso di Miccoli, che cerca il pareggio con giocate individuali (pericoloso con una bella punizione a giro) e altri tentativi dei singoli, con Donati e Dybala, su tiro da fuori, ma invano: con una retroguardia viola così attenta e il peggiorare delle condizioni del campo visto il violento nubifragio, vedono le due squadre giocare su un terreno ricco di pozzanghere che non permette più di compiere azioni manovrate, per la vittoria finale viola.
La sfida al Marassi tra INTER e GENOA termina sullo 0 a 0. Primo tempo con molti fraseggi a centrocampo, senza riuscire a costruire grandi occasioni da rete, con il Genoa maggiormente aggressivo, con gli attaccanti Bertolacci e Borriello che confermano di essere in gran forma, impegnando seriamente per ben due volte il portiere avversario, che ha un gran riflesso su un colpo di testa ravvicinato di Borriello, a fronte di un’Inter che crea azioni confuse, con gli attaccanti troppo lenti, che trovano sempre l’anticipo dei difensori genoani. La ripresa, con l’ingresso di Cassano, crea un po’ più di imprevedibilità nella manovra dell’Inter, che ci prova con più intensità (con una traversa di Rocchi e alcuni tentativi del barese) a fronte di un Genoa che è più concentrato a difendersi che ad attaccare, con la partita che non decolla e si conclude a reti bianche.
Si conclude sull’1 a 1 la sfida tra CHIEVO VERONA e TORINO. La partita si decide nei primi minuti, con l’immediato vantaggio dei veronesi, con Théréau che converge in area e scarica il potente sinistro che bacia la parte interna del palo per l’1 a 0. Immediata la reazione del Torino con un colpo di testa di Di Cesare da distanza ravvicinata, sventato dall’ottimo Puggioni, con la palla che nel proseguo dell’azione, termina sui piedi di Ogbonna che, ingenuamente steso da Dainelli, causa il rigore realizzato freddamente da Cerci. Nella ripresa, il toro continua a farsi preferire soprattutto sulla superiorità sulle fasce laterali, con Cerci (pericoloso con un mancino sventato dal portiere avversario) dai cui piedi nascono i maggiori pericoli, sia su azione di calcio d’angolo che da azione giocata; anche Brighi ha una possibilità di destro da calcio d’angolo, con il Chievo che, appagato, si serve dei cambi e si accontenta del pareggio.
Termina per 2 a 1 la sfida tra NAPOLI e SIENA. Partita dominata dai partenopei, nonostante le numerose assenze, lasciando al Siena solo i tentativi di rimessa con la velocità di Emeghara e Agra, con Inler e Dzemaili, che seppur con un tasso agonistico non eccelso, smistano bene il pallone a centrocampo, ribaltando rapidamente il fronte d’attacco, per il trio El Kaddouri-Calaiò-Cavani. E’ prima il Matador a colpire la traversa da colpo di testa, poi è El Kaddouri a servirlo in campo aperto, con l’uruguaiano che prende un clamoroso palo. Il Siena, che fino a quel momento si era visto in avanti con due deboli conclusioni di Emeghara e Agra, da schema su calcio piazzato, passa a sorpresa in vantaggio, con Grillo che riceve in area e insacca con freddezza Rosati con un pregevole esterno sinistro. Cavani tenta subito di raddrizzare le cose, con un colpo di testa alto, su assist di Mesto, e una clamorosa conclusione ancora dell’attaccante, che servito dall’ispirato El Kaddouri, si vede fermare il suo potente destro, da un gran riflesso di Pegolo. Il secondo tempo vede il Siena partire meglio, sfruttando la sua miglior arma, quella del contropiede, con Agra che si invola sulla destra e mette in mezzo per Emeghara, che per un non nulla, non arriva all’impatto col pallone, e poco dopo, è ancora lui, che servito da Bolzoni, alza alto di testa. Dopo i rischi iniziali, il Napoli si rialza e attacca a spron battuto, con il tridente, che supportato anche dagli inserimenti tra le linee dei centrocampisti, crea ancora maggiori presupposti di pericolosità, vista la qualità degli uomini schierati sulla trequarti. Dzemaili e El Kaddouri ci provano con due conclusioni da fuori, con Cavani, che, poco dopo, trova il pari, correggendo una deviazione sottoporta del compagno El Kaddouri. Poi, il contemporaneo schieramento di Pandev, Insigne, Hamsik e Cavani, lascia il segno, con un Siena, che regge fin che può, tentando di pungere in contropiede con Paloucci e Reginaldo, per poi cedere alla qualità dei quattro tenori, che a due minuti dalla fine, trovano la rete della vittoria, con Insigne, che va via centralmente, serve Pandev, che spizza per l’inserimento di Hamsik, che con un pregevole scavetto, scavalca Pegolo, in uscita, per il 2 a 1 finale.
Vince la LAZIO per 2 a 0 contro la SAMPDORIA. I biancocelesti mostrano la propria superiorità sugli avversari che, seppur ben disposti in campo e senza rinunciare a contrattaccare con gli esterni spesso alti in proiezione offensiva e tentativi di verticalizzazione per la velocità di Icardi, finiscono per essere sconfitti da una Lazio che ha più motivazioni, essendo ancora in corsa per l’Europa League. Mostra maggior grinta e ardore agonistico, che la portano al vantaggio con un gol sugli sviluppi di un calcio d'angolo di Candreva, con la palla che viene calciata da Klose, e Floccari, sulla traiettoria, è abile a colpire col ginocchio, per l’1 a 0, a fronte di una sola pericolosa conclusione della Samp, con Icardi che centra la traversa con un bel destro al volo. La ripresa, grazie alla qualità dei centrocampisti, vede la Lazio alternare diverse soluzioni: da tentativi di lanci lunghi per le punte a corti fraseggi che liberano spesso gli esterni per il cross o per l’uno contro uno, con Candreva in gran spolvero e l’abilità di Ledesma, che si fa vedere con l’assist per Floccari, che sfiora il 2 a 0, che arriva nel finale a seguito di un rigore concesso per l’espulsione di Renan, realizzato da Candreva per la vittoria dei suoi.
Vittoria in casa anche per l’UDINESE, che sconfigge l’ATALANTA per 2 reti a 1. Nonostante il risultato, i bergamaschi sono ben disposti in campo, serrati nelle linee di difesa, con i terzini bassi che limitano notevolmente gli esterni avversari che non creano quasi mai superiorità numerica, senza però rinunciare a contrattaccare, sfruttando soprattutto la velocità di De Luca, che va a segno su un tiro respinto da Brkic ed insacca l’1 a 0. Di contro, l’avversario è lento, con Muriel e Di Natale isolati dal resto del gioco. Ecco però che è proprio quest’ultimo, su passaggio filtrante di Allan, a controllare il pallone e ad insaccarlo a fil di palo con un pregevole tocco di esterno destro. La ripresa vede venir fuori le motivazioni dell’Udinese, che cerca maggiormente la vittoria, con la grande forma del folto centrocampo, che non fa mancare palloni giocabili al duo d’attacco Muriel-Di Natale, oltre a garantire grande spinta sulle fasce laterali e continui inserimenti tra le linee, con il capitano che, a seguito del rimpallo in area tra Lucchini e Pinzi, è autore di uno splendido diagonale, che vale il 2 a 1, con i suoi che mantengono il vantaggio, nonostante i tentativi d’assalto avversari per la vittoria finale.
Il match delle 18 tra PARMA e BOLOGNA vede vittoriosi i rossoblu per 2 a 0. Primo tempo vivace, con Taider che sorprende il Parma con un gran botta da fuori area che vale l’1 a 0. Reazione immediata per i gialloblu, che cercano di costruire azioni per le imbucate vincenti degli attaccanti, a fronte di un Bologna che prende le misure e chiude bene gli spazi, provando qualche ripartenza, con Amauri che svetta sulla difesa bolognese e sfiora il pareggio di testa. La ripresa vede un Parma più spento, che tenta sempre di attaccare per rientrare in partita, ma è brava la difesa avversaria a contenere le loro manovre offensive, neutralizzando i tentativi di Biabiany e Amauri (autore di una pericolosa rovesciata sugli sviluppi di un calcio d’angolo) e a caccia della rete con Diamanti che prova a sorprendere Mirante dalla lunga distanza con una palla piazzata, ma è impreciso, e poco dopo è abile a servire il neo entrato Moscardelli che batte con un diagonale precisa il portiere avversario, per il 2 a 0 che non cambia.
Termina per 0 a 0 la sfida tra MILAN e ROMA. Partita caratterizzata dall’alto agonismo, soprattutto a centrocampo, con le due squadre che non rinunciano ad attaccare, sfruttando le proprie armi migliori. I rossoneri tentano di sfondare a più riprese, soprattutto dagli esterni, vista la grande densità in mezzo dei giallorossi, dando grandi spaziature alla manovra, che coinvolge i tre del tridente, con Balotelli che cerca di aprire spazi per i compagni, ben marcati, e spesso raddoppiati nell’uno contro uno, con l’inserimento delle mezz’ali e dei terzini, che trovano spesso spazio, vista la costante proiezione offensiva, dei pari ruolo avversari. Le migliori occasioni portano la firma di Muntari, con un bel sinistro da fuori, che termina di poco a lato, e di Boateng. Risponde la Roma, con il moto perpetuo di Dodò e Marquinhos sulle fasce e le giocate sulla trequarti di puro talento di Totti e Lamela, che inventano per i compagni, cercando anche la conclusione. Prima occasione per Marquinhos, con un bel sinistro da fuori sventato da Abbiati, poi è Totti a sfruttare un errore in disimpegno di Konstant, ad andare al tiro con potenza ma imprecisione, con Lamela che inventa una palla gol, servendo sul taglio Marquinhos, il cui tiro ravvicinato è sventato da un buon intervento di Abbiati, altrettanto vigile, su un'altra pericolosa conclusione da fuori di Totti, a fronte di una bella punizione di Balotelli sventata da Lobont, e un tentativo di testa di El Shaarawy su cross di Constant, con Muntari che è ingenuo nel farsi espellere per proteste. La ripresa (che vede sospesa la partita per alcuni minuti a causa di cori razzisti contro Balotelli) vede la Roma cercare di concretizzare la superiorità numerica, con il trio Osvaldo-Lamela-Totti, che beneficia di maggiori spazi, senza però che i due fantasisti riescano a trovare la giocata vincente per i compagni, con Osvlado stretto nella morsa dei centrali rossoneri, e il solo Marquinhos pericoloso con i suoi inserimenti a creare grattacapi all’attenta retroguardia rossonera con numerosi traversoni. I rossoneri, dal canto loro, pur coprendosi maggiormente, con Boateng arretrato sulla linea dei centrocampisti, cercano di rendersi pericolosi con le individualità di Balotelli e El Shaarawy, che pur ben marcati, cercano spesso il guizzo, con il potente attaccante italiano tra i più ispirati. C’è un solo pericoloso diagonale di Flamini, su imbucata di Boateng, sventato con apprensione da Lobont. Gli ultimi minuti vedono le girandole di cambi fatte dai due allenatori per cercano di vincere la partita, con le squadre che si allungano, lasciando invitanti spazi agli avversari, producendo alcune occasioni, con Dodò da un lato Balotelli dall’altro, e la Roma che recrimina per un fallo da rigore di Constant su Lamela, non fischiato, per il pari finale, che ad ogni modo sembra il risultato più giusto.
Tirando le somme, tutto rimandato all’ultima giornata il discorso terzo posto, vista la vittoria della Fiorentina e il pari del Milan con la Roma, come la lotta Europa League, con Udinese e Lazio in due punti, in attesa del verdetto della finale di Coppa Italia, che sancirà un altro posto europeo, mentre è ufficiale il quadro retrocessione, con Palermo e Siena (entrambe sconfitte) che raggiungono il Pescara in Serie B.

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