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L'anoressia in 'Maledimiele'

Eventi - Benedetta Gargari in 'Maledimiele'

Maledimiele è la storia di Sara, un’adolescente di quindici anni che si ammala di anoressia. Non è la storia di un’anoressica.
Sara conduce una doppia vita: quella alla luce del sole, dove recita la parte della brava
ragazza, diligente e apparentemente senza problemi e quella segreta fatta di costrizioni, di autodisciplina e di regole ferree per imporre al suo corpo un irraggiungibile peso ideale.
Inizialmente nessuno sembra accorgersi di niente: sia i genitori che le amiche del cuore
faticano a vedere l’evolversi della malattia. Sara riesce infatti a nascondere le sue abitudini: i digiuni forzati, le corse nel parco spinte fino allo sfinimento, le ore in palestra, i pranzi e le cene occultati sapientemente nel bidone dell’immondizia sotto casa. Allo stesso tempo Sara costruisce la sua “camera dei segreti”, dove stare tranquilla e agire indisturbata.
Mentre dimagrisce Sara si sente sempre più forte, potente, invincibile. Tutto sembra procedere senza problemi fino a quando la ragazza sviene durante una gita scolastica. Da quel momento i suoi problemi con il cibo, fino a quel momento invisibili, diventano evidenti a tutti.

NOTE DI REGIA
Maledimiele è incentrato sulla storia di Sara, un’adolescente di quindici anni che precipita, in modo lento ma inesorabile, nell’abisso dell’anoressia.
Ogni blocco narrativo è suddiviso ed evidenziato da un numero in cifre che indica il peso della protagonista. La scansione numerica accompagna passo dopo passo lo spettatore
nell’evolversi della malattia e lo conduce dentro la dimensione mentale della stessa, evitando ogni compiacimento voyeuristico.
All’inizio la protagonista del film vuole dimagrire per rientrare nella taglia perfetta, ma il
meccanismo del digiuno le sfugge di mano sottomettendo pensieri, sogni ed emozioni al suo dominio. Il movimento è finalizzato a consumare energie e calorie, i pensieri a escogitare trucchi e stratagemmi per evitare di assumere o per espellere il cibo e anche i rapporti umani vengono cristallizzati da un progetto che impone una visione di sé imperniata sulla forza di volontà.
Chi si ammala di anoressia è schiavo di un tiranno senza volto che esige sottomissione
incondizionata. Mentre si scarnifica, un’anoressica si fa bella corteggiando la morte. I sintomi dell’anoressia costituiscono un linguaggio del corpo che reclama ascolto, ma nella fretta del quotidiano non c’è tempo per vedere il dolore dell’altro.
Nella società dell’abbondanza un’anoressica si lascia morire di fame: forse il troppo di tutto si sta trasformando in troppo di niente.

L’AUTORE
Laureato in Lettere con indirizzo in Comunicazioni Sociali presso l'Università Cattolica di Milano, ha frequentato "Ipotesi Cinema" coordinato e diretto da Ermanno Olmi.
Dal 1996 lavora come regista di spot pubblicitari e documentari industriali.
Come regista realizza diversi documentari con cui ottiene importanti premi e riconoscimenti ai principali festival internazionali (tra cui la Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, Clermond Ferrand, Theran, Valencia, Montreal) e che sono stati acquistati dai maggiori distributori cinematografici e televisivi a livello internazionale.
Con il suo primo lungometraggio, 20-Venti, partecipa alla Berlinale nella sezione Forum (2000), al Williamsburg Film Festival di New York, (in concorso per Best Cinematography e Best Soundtrack 2000), al Festival di Annecy (premio CICAE della giuria dei critici internazionali) e a numerosi altri festival e rassegne di respiro internazionale.
Ha diretto Bradipo, una sit-com metalinguistica in dodici puntate di 30' prodotta da MTV
Europe (2002). Ha curato la realizzazione di Zobeide, libero adattamento cinematografico di una delle città invisibili descritte nell'omonimo romanzo di Italo Calvino. Il film e la relativa installazione hanno fatto parte della mostra collettiva Città In/visibili allestita presso la Triennale di Milano (2003).
Tra i documentari si segnalano Senza tregua, presentato alla 60 Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia (sezione Nuovi Territori, 2003), Il primo giorno, realizzato con il contributo della Presidenza e dell'Assessorato alla Cultura della Provincia di Milano in occasione del 60 anniversario della Liberazione (2005) e Dimmi qual è il colore del cielo, un piccolo comizio d'amore sull'adolescenza in cui quattro ragazze di sedici anni si raccontano e svelano il loro rapporto con il mondo (2007), in concorso al Bellaria Film Festival (edizione 2008).

CAST ARTISTICO
BENEDETTA GARGARI (Sara)
Inizia sin da giovanissima a lavorare nel campo pubblicitario, dove partecipa a diverse
campagne promozionali. Debutta in televisione nel 1998 nella miniserie Una donna per amico. Viene scelta successivamente per Casa Famiglia (2000), Una donna per amico 3 (2002), Distretto di polizia 4, Un medico in famiglia 3 e Casa Famiglia 2 (2003). Sempre nel 2003 ha l’occasione della vita: Ferzan Ozpetek le offre il suo primo ruolo cinematografico in La finestra di fronte, dove interpreta Martina. Si divide negli anni successivi tra televisione e cinema: Amiche, Amanti e segreti, Incantesimo 7 (2004), Amanti e segreti 2 (2005), Nati ieri (2006) e, sempre con Ozpetek, Saturno contro (2007). Dopo aver interpretato il ruolo di Monica nella miniserie La terza verità di Stefano Reali, torna al cinema nel 2010 con Maledimiele, per il quale viene premiata come migliore attrice al Festival di Annecy 2011. Le sue ultime partecipazioni sono nei televisivi Don Matteo 8 e, come protagonista, in Dov’è mia figlia (2011).

SONIA BERGAMASCO (Anna)
Attrice, musicista e poeta, si diploma in pianoforte e alla scuola di recitazione del Piccolo
Teatro di Milano. In teatro lavora con Giorgio Strehler, Carmelo Bene, Thodoros Therzopoulos e Massimo Castri. Debutta al cinema con Silvio Soldini. Dopo aver lavorato con Franco Giraldi e Paolo Rosa, viene scelta da Giuseppe Bertolucci per interpretare il ruolo di Sofia nel film L’amore probabilmente (2001). Comincia così a recitare per nomi importantissimi del cinema italiano: da Marco Tullio Giordana (La meglio gioventù, 2003) a Liliana Cavani (De Gasperi, Einstein).

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