Milano / Malpensa
I 'fantocci' della Giobia
- 30/01/2025 - 16:21
- Busto Arsizio
- Cultura
Oggi, a Busto Arsizio, si è rinnovata la tradizione della Giobia, la celebre festa popolare che riappare per un giorno, l'ultimo giovedì di gennaio, per poi dissolversi tra le fiamme dei numerosi falò accesi in suo onore. La cittadina bustocca ha visto ferventi preparativi da parte di associazioni, scuole, parrocchie e privati, tutti impegnati a realizzare i caratteristici fantocci destinati a essere bruciati, simbolizzando così la fine dell'inverno e l'allontanamento delle avversità dell'anno passato.
Nel corso degli anni, questa celebrazione ha assunto anche una valenza satirica, con fantocci che spesso raffigurano personaggi dell'attualità politica e sociale. Un rito propiziatorio che mantiene vive le sue radici storiche, coinvolgendo un gran numero di cittadini che si radunano attorno al falò principale, acceso nel centro cittadino.
Come da tradizione, per tutta la giornata piazza Santa Maria ha ospitato l'esposizione delle Giobie create dalle associazioni locali, mentre il momento culminante si è svolto alle ore 19, con l'accensione del grande rogo nel parcheggio di via Einaudi.
L'evento ha visto anche la partecipazione attiva dell'amministrazione comunale, che, in collaborazione con diverse onlus, ha promosso un concorso dedicato alle scuole. L'iniziativa ha riscosso grande successo, con l'adesione di ben 11 istituti scolastici.
Dopo il suggestivo spettacolo delle fiamme che hanno avvolto le Giobie, il pubblico si è spostato in piazza Vittorio Emanuele II per un momento di convivialità gastronomica. Alle 19:30 è stata servita la tradizionale cena a base di risotto con la luganiga, accompagnato da un bicchiere di vino rosso e dalle tipiche chiacchiere, dolce simbolo del periodo invernale. L'iniziativa è stata realizzata in collaborazione con il Distretto del Commercio e ha previsto un'offerta minima di 3 euro per la degustazione.
Anche quest'anno, dunque, la Giobia ha saputo richiamare una grande partecipazione, confermandosi una delle tradizioni più sentite della comunità bustocca, capace di unire sacro e profano, passato e presente, folklore e attualità.
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