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domenica 28 luglio 2024 | ore 06:34

'Notti': Dostoevskij sul palco

In scena, dal 3 al 7 maggio al Teatro Menotti a Milano, lo spettacolo con la regia di Rajeev Badhan della compagnia SlowMachine liberamente ispirato a ‘Le notti bianche’ del grande autore russo.
Milano - 'Notti' al teatro Menotti

Può ‘Le notti bianche’ di Dostoevskij, a duecento anni dalla nascita del suo autore, parlare ancora alle generazioni di oggi? Quali universi può esplorare? Quali immaginari può svelare? Quali contrasti può portare alla luce?

Dal 3 al 7 maggio 2023, arriva al Teatro Menotti di Milano, lo spettacolo ‘Notti’ della compagnia SlowMachine, realtà di produzione e programmazione artistica di Belluno che lavora sulla contaminazione delle arti.

Una performance teatrale - con la regia teatrale e video di Rajeev Badhan e la drammaturgia di Elena Strada (dalla forte tensione visionaria), un dialogo tra teatro, video e video live, realizzato partendo da una riflessione sul racconto ‘Le notti bianche’ di Dostoevskij, passando attraverso ‘Amore liquido’ di Bauman, in cui due e più livelli visivi e temporali si intrecciano nella ricerca di un senso profondo nelle relazioni ai nostri tempi.
In scena tre attori/autori – Elena Strada, Ruggero Franceschini, Alberto Baraghini – protagonisti di una storia che si sdoppia, tra parallelismi e seconde dimensioni, producendo nuovi interrogativi: può la liquidità della nostra epoca influire anche sui sentimenti più forti e apparentemente solidi? Il concetto di amore ha un denominatore comune? Amore e libertà sono un binomio così incompatibile?

Così Rajeev Badhan, regista dello spettacolo: “L’opera di Dostoevskij è il punto di partenza, drammaturgico e narrativo, dell’intera performance teatrale che, con forza, riemerge attraverso il mezzo del video, quasi fosse un sogno o una proiezione caleidoscopica di ciò che è accaduto o potrebbe accadere. Il testo diventa sia elemento d’indagine che strumento metateatrale, all’interno del quale i personaggi stessi si immergono e si perdono, facendo affiorare nuove domande sull’amore nella liquidità dell’oggi attraverso una recitazione desaturata, ‘liberata’ da cliché o sovrastrutture teatrali che possa così correre in parallelo alle emozioni e mettersi in dialogo con la costruzione registica che viaggia tra il video e il reale”.

SlowMachine, con questo progetto, porta avanti la sua ricerca sui linguaggi del contemporaneo, esponendosi ad un confronto tra diverse epoche, generazioni, tecnologie e mezzi espressivi sul concetto di amore. Lo spettacolo ha visto anche il coinvolgimento di alcuni ragazzi degli Istituti Superiori che, attraverso interviste video, hanno ampliato i punti di vista sull’argomento centrale di questo lavoro.

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