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lunedì 25 novembre 2024 | ore 15:42

Sfa e Rsa: nuove indicazioni accessi

La giunta di Regione Lombardia, su proposta dell'Assessorato alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità, ha approvato una delibera relativa alle indicazioni per l'accesso alle unità di offerta socioassistenziali e per lo svolgimento delle attività nelle unità di offerta sociali rivolte alle persone con disabilità a carattere diurno, ovvero il Servizio Formazione all'autonomia per persone disabili (SFA) e il Centro Socio Educativo (CSE).
Salute - Rsa (Foto internet)

La giunta di Regione Lombardia, su proposta dell'Assessorato alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità, ha approvato una delibera relativa alle indicazioni per l'accesso alle unità di offerta socioassistenziali e per lo svolgimento delle attività nelle unità di offerta sociali rivolte alle persone con disabilità a carattere diurno, ovvero il Servizio Formazione all'autonomia per persone disabili (SFA) e il Centro Socio Educativo (CSE). Nello specifico, vengono fornite indicazioni sia per quanto riguarda la regolamentazione degli accessi da parte di esterni nelle unità d'offerta sociale di tipo residenziale e diurne a carattere aggregativo per minori, anziani e disabili, e sia per l'accoglienza degli ospiti in strutture socioassistenziali residenziali e non residenziali distinguendo il setting semiresidenziale/diurno e il setting domiciliare. "Di norma - ha spiegato l'assessore regionale alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità - l'ingresso è consentito a coloro che sono in possesso di Certificazione verde e comunque sempre nel rispetto delle misure di prevenzione e contrasto della diffusione del contagio. L'accoglienza di nuovi ospiti è, inoltre, subordinata al completamento delle procedure di immunizzazione e, laddove non fosse possibile, dovrà avvenire nel rispetto delle misure di prevenzione che tengano anche conto dello stato vaccinale degli ospiti già presenti". Tutte le unità di offerta sociali dovranno inoltre aggiornare il piano organizzativo di prevenzione e gestione del rischio, realizzare o partecipare a iniziative di formazione e informazione sulle misure di prevenzione del contagio e sull'utilizzo dei DPI e individuare un referente per la prevenzione e controllo delle infezioni da Covid-19. "L'emergenza sanitaria - ha spiegato l'assessore - ha reso ancor più evidente la necessità di un superamento dei modelli di intervento che si sono consolidati nel corso degli anni. Con l'inasprirsi delle misure di contenimento, le sedi dei servizi semiresidenziali per persone con disabilità sono state progressivamente chiuse per ridurre il rischio di contagio, garantendo interventi individuali a domicilio, accessi individuali al servizio per esigenze specifiche. E ponendo ulteriore attenzione a personalizzare le proposte e a tutelare le persone. Per tutti è stata avviata un'attività a distanza, uno stare accanto alle famiglie e alle persone con disabilità secondo modalità nuove e inusuali che hanno permesso agli operatori di individuare competenze e risorse nelle famiglie e nelle persone poco percepibili nella quotidianità precedente il lockdown". "A seguito delle evidenze e delle buone prassi emerse nel periodo emergenziale, che hanno consentito alle persone con disabilità di fruire dei servizi diurni con modalità innovative, con questa delibera - ha concluso l'assessore - vengono fornite indicazioni che rinforzano e sostengono, in via sperimentale, le forme inedite e innovative di risposta ai bisogni espressi dalle persone con disabilità che frequentano i Servizi Formazione all'Autonomia per persone disabili e i Centri Socio Educativi e dalle loro famiglie". Infine, viene confermato che, sempre per quanto attiene le unità d'offerta sociali SFA e CSE, la programmazione delle attività, nel rispetto delle specifiche responsabilità, deve avvenire attraverso un'azione sinergica ed integrata tra Regione, Ats, Asst, Ambito e rappresentanti dei gestori dei servizi e delle famiglie e che, nel caso di ripresa delle attività, i soggetti gestori sono tenuti alla presentazione di un progetto di riavvio del servizio condiviso con l'Ats territorialmente competente.

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