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sabato 23 novembre 2024 | ore 19:17

"No alla terza pista"

Inviato un esposto a Regione, Province, Parco del Ticino e autorità coinvolte
Attualità - Malpensa al centro dei dibattiti

Malpensa e terza pista. Fai, Legambiente, Wwf, Italia Nostra e Lipu, assieme al coordinamento “Salviamo il Ticino” (che comprende numerose realtà piemontesi e lombarde lungo tutto l’asse del fiume Azzurro, tra cui diverse anche del nostro territorio) sono di nuovo in campo per ribadire il loro fermo “no” ad un’opera che andrebbe ad avere significative ripercussioni su gran parte di quest’area e sull’ambiente che la circonda. E questa volta lo fanno con un esposto, a firma dei rispettivi presidenti regionali, e indirizzato ai vari attori dell’iter procedurale del nuovo Piano d’Area Malpensa e che è stato inviato al Presidente di Regione Lombardia, Roberto Formigoni, al Parco del Ticino, ai Ministeri dell’Ambiente e dei Beni Culturali ed agli uffici della Commissione Europea che vigilano sulla corretta attuazione nazionale delle direttive in materia di VIA e VAS (Valutazione Ambientale Strategica). Venticinque i punti affrontati per una riflessione condivisa e precisa di corretto e realistico approccio alle questioni ambientali sollevate dallo stesso Piano d’Area. “Sea sta cercando di far passare come fatto ineluttabile l’ampliamento dell’aerostazione, svilendo quella che dovrebbe essere una valutazione ambientale pubblica e aperta alla comparazione di diversi scenari possibili – dicono i presidenti delle associazioni firmatarie dell’esposto, attraverso un comunicato stampa – In una simile valutazione le ragioni ambientali devono essere tenute in considerazione, per un progetto che si colloca in una delle aree più congestionate d’Europa e che, se attuato, cancellerebbe alcuni degli ultimi preziosi ambienti naturali che compongono quel che resta del fondamentale corridoio ecologico del Parco del Ticino”. “Per quanto riguarda la terza pista – continuano – si estenderebbe, infatti, a sud dell’attuale aerostazione, arrivando praticamente a ridosso del fiume Ticino e di Tornavento, e portandosi, così, via l’ultima brughiera superstite in quello che, fino a pochi anni fa, era un vasto territorio di estremo interesse naturalistico. Inoltre i decolli della nuova pista determinerebbero un impatto intollerabile su preziosi siti di importanza comunitaria, come l’ansa fluviale di Castelnovate, il Turbigaccio e le foreste della brughiera del Dosso”. L’analisi continua, poi, affrontando la situazione attuale di Malpensa, definito aeroporto che, ormai, si è ricavato un ruolo ed un destino quale nodo low – cost del sistema aeroportuale lombardo. “Si persevera nell’errore di una crescita incontrollata del cemento nel Parco del Ticino – ribadiscono – senza preoccuparsi di risolvere le insufficienze strutturali da affrontare per svolgere adeguatamente la sua funzione di aeroporto “normale”. Che senso ha investire ingenti cifre per il potenziamento di un aeroporto il cui destino continua ad essere incerto? Perché ingenti cifre per una terza pista tanto devastante per il territorio, quando le due che, già esistono assicurano una capacità più che adeguata anche ad affrontare la paventata emergenza dei visitatori di Expo 2015? Una stazione ferroviaria al terminal 2 è sicuramente più importante di una terza pista”.

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