Milano / Malpensa
Gallarate: condannati 26 ragazzi per la maxirissa
- 01/04/2021 - 15:14
- Cronaca locale
"Le severe misure inflitte ai 26 ragazzi, in maggior parte minori, che organizzarono e presero parte alla mega rissa a Gallarate sono un segnale importante". Lo afferma l'assessore regionale alla Sicurezza, Immigrazione e Polizia locale, Riccardo De Corato, in merito ai 'daspo' disposti dal Questore di Varese, Michele Morelli, e alle misure di custodia cautelare emesse dalla Procura per i Minorenni di Milano nei confronti di alcuni giovani tra i 14 e i 18 anni che hanno partecipato ad una maxi-rissa a Gallarate (Varese) l'8 gennaio scorso.
"La violenza - sottolinea l'assessore - non può essere un valore e questo deve essere chiaro a tutti. Quelli della Questura di Varese e della Procura minorile milanese sono dei messaggi importanti. Purtroppo, le maxi risse sono un fenomeno tristemente diffuso. La classe politica deve porre l'attenzione sui comportamenti di queste generazioni che vedono nella violenza un valore aggiunto. Serve una riflessione che porti, di conseguenza, a delle azioni serie e degne di nota". "Sarebbe interessante sapere - continua - da quali contesti familiari arrivino i 26 ragazzi. Non mi stupirei se gran parte di loro non provenisse da famiglie, diciamo, 'disagiate'".
"C'è - rimarca l'assessore lombardo - un altro problema, indirettamente collegato a quello della violenza, che oggi troppi sottovalutano: l'abuso di sostanze stupefacenti sempre più in età adolescenziale. Non è difficile ipotizzare che si tratti di un problema che riguarda molti dei giovani che spesso si rendono partecipi o, addirittura, autori di questi eventi violenti". "L'avere inflitto alle 30 persone identificate 17 custodie cautelari e 26 'Daspo Willy', che nella pratica impedisce a coloro che ne sono destinatari ogni tipo di rapporto sociale, è un segnale forte anche per altri adolescenti".
"Le parole con cui la Procura motiva la severità del provvedimento - sottolinea De Corato - sono emblematiche della gravità dei fatti avvenuti. E dicono che è 'necessario avvio di un percorso di responsabilizzazione, fornendo a questi giovani l'esperienza delle conseguenze della violazione della legge, in una prospettiva, che è quella specifica della Giustizia minorile, di rieducazione e di recupero sociale per ciascuno di loro'.
"Questa triste vicenda - conclude l'assessore De Corato - dovrebbe aprire un dibattito che vada oltre a quello delle pene inflitte e che faccia riflettere tutti sul valore educativo della scuola e quello della famiglia. Negli ultimi anni questi due attori sono diventati sempre più amici dei ragazzi e sempre meno educatori. Bisogna riportare al centro di ogni dibattito politico il valore educativo che spesso, a malincuore, deve essere fatto, come dice lo stesso Tribunale, di esperienze che passino anche da conseguenze che, nell'ambito della famiglia, possono essere castighi esemplari, oggi abiurati da una educazione amicale tra genitore e figli".
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