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sabato 23 novembre 2024 | ore 08:55

Facebook non sente (ancora)

Vi è mai capitato di pensare che i social sembrano proprio poter udire quello che dite? A me, sì. Facebook, però, non Facebook non ci spia dal microfono dello smartphone.
Comunicaré - Facebook (Foto internet)

Vi è mai capitato di pensare che i social sembrano proprio poter udire quello che dite? A me, sì. L’altro giorno, parlavo con una collega di un noto brand di banane. Premessa: a me non piacciono le banane e non cerco su Google o sui social contenuti che abbiano a che fare con questi frutti. Ma, guarda caso, dopo averne discusso con la mia collega, mi spunta su Facebook un post sponsorizzato dal brand stesso. Il dubbio che ci abbia udito parlare, viene…

Facebook non ci spia dal microfono dello smartphone

Non devo essere stata l’unica a pensare questo. La stessa Facebook ci ha tenuto nel corso del tempo a precisare più volte (la prima, un paio di anni fa) di non essere dotata di questo super potere. Forse la spiegazione è molto più semplice e logica: coincidenza. Il mio profilo, per qualche assurdo motivo, è stato erroneamente targettizzato dal brand di banane (perché, infatti, sprecare soldi mostrando un annuncio a una persona non interessata nel prodotto?). Ed ecco che qui interviene il fenomeno Baader-Meinhof, un meccanismo psicologico che si applica ad informazioni insolite e poco frequenti, che ci sembrano invece molto frequenti per una falsa percezione. Un po’ come quando si vuole comprare una macchina nuova e si ha improvvisamente l’impressione che tutti guidino quel modello di auto.

Come fa Facebook a sapere tutto di noi?

Tolte queste rare occasioni, è indubbio che Facebook ci conosce e molto bene. Conosce il nostro viso, tanto che se caricate sul social una foto vostra o di un amico è molto probabile che il network vi suggerisca in anticipo il nome della persona da menzionare. E tutto questo accade perché Facebook impara qualcosa su di noi ogni volta che eseguiamo un’azione all’interno del social stesso (like, condivisioni, commenti) e che cerchiamo qualcosa online, con l’aggiunta poi dei cosiddetti dati provenienti da terze parti. La buona notizia è che esiste un pannello di controllo con il quale verificare il nostro status in quanto target pubblicitario: basta collegarsi al sito https://www.facebook.com/ads/preferences/ e fare login al social. In questo modo possiamo verificare sia quali sono le nostre informazioni personali e interessi che Facebook condivide con gli inserzionisti, sia oscurare post sponsorizzati da aziende che non ci interessano. E addirittura modificare le nostre preferenze di inserzione, negando l’autorizzazione ad alcuni tipi di post. Quindi: riprendere il controllo del proprio profilo è possibile! Anche senza estirpare il microfono dallo smartphone.

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