Milano / Malpensa
Berardi - Casolari: teatro di emozioni
Tutte le date sold-out per 'La Prima, La Migliore', spettacolo non solo da guardare, ma da respirare a pieni polmoni. Penetra, ti coglie e un po' ti soffoca. Ti 'svegli' quando, quasi di sorpresa, le cinghie tirate e lasciate alla loro memoria di forma, suonano come lo sparo di un proiettile. Questa è l'intervista a Gianfranco Berardi.
100 anni dal Primo conflitto mondiale. 'La prima, la migliore' è uno spettacolo teatrale la cui idea nasce dalla lettura del romanzo 'Niente di nuovo sul fronte occidentale' di E.M. Remarque. Cos'è realmente scattato in voi, per la creazione di questo spettacolo?
Studiando documenti storici, lettere, materiali di arte visiva, pittorica, foto e manifesti dell’epoca, ma in particolare e soprattutto il romanzo di Remarque 'Niente di nuovo sul fronte occidentale' ci è venuta la voglia di raccontare quelle che furono le cause e le dinamiche che portarono al conflitto mondiale, al massacro di una intera generazione e che, non a caso, fu definita 'Perduta' .
Noi facciamo teatro contemporaneo, che si occupa di analizzare e raccontare il nostro tempo con una spiccata propensione alla critica volta a individuare e cercare di scardinare i luoghi comuni, le manipolazioni ideologiche, le menzogne strutturali oltre che individuali.
Ci siamo quindi accorti che molte parole chiave della propaganda del tempo, molte dinamiche, di cent’anni fa, somigliano a quelle odierne.
Testo e regia di Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari, attori anche nello spettacolo assieme al cantautore-attore Davide Berardi. La scenografia essenziale e acuta riporta l'immaginario a posizionare l'uomo, se stessi, e non solo 'IL' soldato, nella straziante trincea. Anche la musica ha la sua importanza per sottolineare e mettere in evidenza le semplici sfumature che intrecciano i momenti di scena. Quali canzoni avete scelto? Perchè?
Io e Gabriella, che scegliamo tutto ciò che entra nello spettacolo, abbiamo voluto canzoni appartenenti alla tradizione popolare per restituire un’idea emozionale del vissuto dell’uomo, dell’essere umano prima ancora che del soldato. Nulla di celebrativo, commemorativo o di narrativo, ma tutti brani che costituissero un paesaggio emotivo, un’atmosfera.
Si rivive, in quantità e qualità soggettiva, la paura, la solitudine, la voglia di fuga. Ma anche la quasi arrendevolezza di fronte al destino, crudo. Quale ricerca è stata fatta in merito allo sviluppo dello spettacolo?
Come scrivevamo una ricerca non solo letteraria, cioè di lettura di romanzi ma anche storica, antropologica e documentale. Inoltre come al solito c’è stato un pretesto che ha alimentato la voglia di conoscenza, i sentimenti vivi che provavamo (rabbia, passione, il senso di ingiustizia e di impotenza). Nel 2014 abbiamo insegnato al secondo anno per attori della scuola civica di Milano 'Paolo Grassi' e lì dovevamo portare a compimento una messinscena con una classe di ragazzi, più o meno della stessa età, dei protagonisti del romanzo di Remarque. Un lavoro con giovani in formazione che dopo l’accademia dovevano affrontare la vita con tutte le proprie ingenuità, con tutte le proprie paure e presunzioni. Nello stesso anno insegnammo anche alla università 'La Sapienza' di Roma per gli studenti di storia del teatro anch’essi coetanei dei suddetti. Così, unendo l’utile al necessario, la ricerca ha trovato la sua strada.
'La prima, la migliore' è uno spettacolo non solo da guardare, ma va respirato a pieni polmoni. Penetra, ti coglie e un po' ti soffoca. Ti 'svegli' quando, quasi di sorpresa, le cinghie tirate e lasciate alla loro memoria di forma, suonano come lo sparo di un proiettile. Cosa vorreste che il vostro pubblico portasse a casa?
Attraverso l’uso delle immagini, delle parole e delle azioni sceniche, ognuno prende e porta a casa quello che più gli necessita, o a volte che più gli aggrada. Con quest’opera, forse un risveglio. Approfittiamo della tua imbeccata però forse è proprio così, un risveglio da quest’epoca confusa, manipolata e manipolatrice. Dominata da ideologie, anche se meno chiare, rispetto a quelle di cent’anni fa. Auspichiamo a una maggiore attenzione al rapporto con l’informazione e la propaganda , dilagante alla retorica buonista.
In 'La Prima, la Migliore' ci sono tracce di ironia, e forse anche sarcasmo. Quanto contano questi stili di raccontare la vita, nella rappresentazione di un gran 'peso' di storia?
L’ironia e la provocazione sono due corde affilate e spontanee della nostra poetica. Noi non siamo degli autori, siamo dei provocatori, anche quando questo non è condiviso dal sentir comune o peggio ancora , 'dall’opinionismo culturale', spesso confuso con la critica intellettuale, del nostro paese.
Lo diciamo senza polemica per dire che l’ironia e la leggerezza sono necessarie per affrontare pesi , nella vita così come sulla scena e non sono banalizzazioni come qualcuno potrebbe credere o sostenere, non sono forme di superficialità, sono sistemi innati e naturali per ridurre e ridimensionare il peso dell’accaduto, che si vive, che si racconta, senza svilirne l’importanza della riflessione.
La provocazione è poi per noi necessaria e, secondo noi, in un sistema ingrigito, omologato dove la forma più grossa di terrore, è 'l’etero-fobia', la paura dell’altro, del diverso, ma specialmente della voce fuori dal coro. La provocazione è quasi un dovere per un artista e comunque per noi non sono stili. Noi cerchiamo la vita. Come diceva Edoardo:”Chi cerca la vita trova lo stile, chi cerca lo stile trova la morte.”
La compagnia Berardi Casolari nasce nel 2008 dopo una lunga collaborazione teatrale fra l'attore pugliese Gianfranco Berardi e l'attrice emiliana Gabriella Casolari. Due sono le opere teatrali con la vostra firma, quali: 'Viaggio per amore – dal deficiente a Land Lover' nel 2010 e 'In fondo agli occhi' nel 2013. Qual è lo stile e il linguaggio che differenzia la Compagnia Berardi Casolari?
Quelle che tu chiami opere in realtà sono pubblicazioni, sono raccolte di opere: 'Viaggio per amore – dal deficiente a Land Lover' edito da Ubu libri nel 2010 Milano, l’ultima pubblicazione di Franco Quadri.
E 'In fondo agli occhi' edito nel 2014 da Editoria e Spettacolo in cui sono riuniti i testi dei primi dieci, dodici anni di lavoro del nostro duo apulo-emiliano.
In realtà noi, compagnia Berardi-Casolari abbiamo iniziato insieme nel 2003 con Briganti.
E da allora i nostri lavori sono tutti diversi, l’uno dall’altro, perché a seconda di ciò che abbiamo e vogliamo dire, lavoriamo per cercare il come. Sempre con ironia, leggerezza e provocazione.
Parliamo anche di premi con le produzioni.
• 'Io provo a volare. Omaggio a Domenico Modugno' è uno spettacolo pluripremiato allo “JoakimInterFest” di Kragujévac (Belgrado, SERBIA): Premio Speciale della Giuria e Premio Miglior Spettacolo scelto dal pubblico.
• 'Land Lover' è vincitore del Premio ETI – Nuove Creatività e del bando “Principi Attivi” dell’Assessorato alla Trasparenza e Cittadinanza Attiva della Regione Puglia
• 'Briganti' vince il “Festival Internazionale di Lugano” nella sezione nuova drammaturgia.
Quali sono gli obbiettivi della vostra Compagnia Teatrale? C'è un premio specifico che vorreste ricevere?
I premi sono un gran bel riconoscimento che conferiscono una enorme gioia ed autostima, non possono e non devono essere, e se lo sono è un problema, un punto di arrivo. È una corona di alloro, ma che giunge o dovrebbe, alla fine di un lungo lavoro, un meritato riconoscimento alla fatica, niente più, la visibilità che ti danno è un altro discorso.
Non è fra i nostri obiettivi vincere premi, fra i desideri forse, alle volte, quando la fatica sembra sovrastarti, ma poi rinsavisci e ricordi quali sono i tuoi obiettivi, le tue priorità.
Il nostro obiettivo è continuare a lavorare, e conoscerci sempre di più come esseri umani e come professionisti, come attori, autori, registi, e sovrani del nostro lavoro. Continuare, quindi a fare quello che stiamo facendo, con un po’ meno fatica, ma con la stessa gioia e leggerezza del primo giorno.
Quali sono le prossime date a teatro? Dove e con quale spettacoli possiamo vedervi?
Saremo il 10 marzo ad Asti con 'Io provo a volare- omaggio a Modugno'.
Il 25 marzo a Perugia con 'In fondo agli occhi'.
Il 1 aprile a Lecce con 'Io provo a volare'.
Il 6 aprile a Gioia del colle con 'Io provo a volare'.
Il 7 ed 8 aprile a Bari con 'La prima, la migliore'.
Ed il 9 aprile a Oppido Lucano con 'Io provo a volare'.
Le date comunque si trovano tutte su il nostro sito www.berardicasolari.it
Oppure mettendo un mi piace sulla pagina facebook di Compagnia Berardi-Casolari riceverete tutte le notifiche informative del caso.
Quali sono i vostri progetti? State già lavorando ad un nuovo spettacolo?
Dopodiché…. I nostri prossimi progetti sono….. RIPOSARCIIIII!!!!!
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